PORTO AZZURRO - Una protesta estrema si è verificata presso la Casa di reclusione di Porto Azzurro, sull’Isola d’Elba, dove un detenuto rumeno ha trascorso un’intera notte sul tetto del penitenziario in segno di protesta. L’episodio, iniziato ieri pomeriggio intorno alle 14:30, ha suscitato grande preoccupazione tra il personale della struttura. Il detenuto si è arrampicato sulle grate fino a raggiungere il tetto del reparto penale, a un'altezza di circa 20 metri.
Secondo quanto dichiarato da Francesco Oliviero, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) per la Toscana, il detenuto avrebbe protestato contro la mancata scarcerazione, poiché il suo comportamento durante la detenzione gli ha impedito di beneficiare dei 45 giorni di liberazione anticipata. Nonostante i tentativi di mediazione, l’uomo ha continuato la sua protesta, criticando sia la custodia che il magistrato di sorveglianza.
Il personale di Polizia Penitenziaria ha gestito con professionalità una situazione di alta tensione, con l'intervento dei Vigili del Fuoco che hanno imbracato e messo in sicurezza il detenuto. È stato anche predisposto un materasso gonfiabile per prevenire qualsiasi evenienza.
Oliviero ha denunciato le condizioni critiche in cui il carcere di Porto Azzurro si trova, definendolo un "inferno quotidiano" a causa del sovraffollamento e dell'elevato stress subito dal personale, costretto a turni massacranti. Il segretario ha sollecitato l’adozione di misure urgenti, inclusa la chiusura delle celle durante il giorno, per migliorare la sicurezza.
Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE, ha sottolineato come questa protesta evidenzi le tensioni permanenti nel sistema penitenziario italiano. Ha chiesto interventi strutturali per restituire legalità e migliorare il regime custodiale, richiedendo l'uso di nuove tecnologie e strumenti come il taser per la Polizia Penitenziaria. Inoltre, Capece ha ribadito l’importanza di rivedere la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici e degli stranieri, proponendo soluzioni come la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e l’espulsione dei detenuti stranieri per scontare la pena nei loro paesi d'origine.
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