ROMA - L'Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) ha lanciato l'allarme riguardo alla crescente fuga di professionisti sanitari italiani verso Paesi del Golfo e dell'Europa. Secondo i dati dell'associazione, negli ultimi tre mesi più di 1500 medici e infermieri italiani hanno deciso di lasciare il proprio paese d'origine per cercare opportunità lavorative all'estero.
Il Prof. Foad Aodi, Presidente dell'Amsi e del Movimento Uniti per Unire, ha commentato la situazione dichiarando: "Lavoriamo sempre per arginare le fughe all’estero e fermare gli esodi. In particolare occorre riportare a casa i nostri professionisti che sono emigrati nei Paesi del Golfo, Europa, Sudamerica, Asia".
Richieste in Aumento
Le richieste di trasferimento all'estero pervenute all'Amsi sono state principalmente dal Veneto, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna, Trentino e, soprattutto nelle ultime settimane, dal Lazio, dove ha sede l'associazione. I professionisti sanitari che intendono emigrare hanno richiesto ai rispettivi albi professionali il certificato di buona condotta, segno che molti di loro sono prossimi alla decisione di lasciare l'Italia.
Appello e Impegno
Il Prof. Aodi ha ribadito l'impegno dell'Amsi nel sostenere coloro che desiderano lavorare all'estero, ma ha anche evidenziato la necessità di fermare un esodo incontrollato di medici e infermieri italiani. L'obiettivo è quello di creare condizioni favorevoli affinché i professionisti della sanità possano trovare opportunità di crescita e realizzazione nel proprio paese.
Progetto di Divulgazione
Intanto, l'Amsi prosegue nel suo progetto di divulgazione della buona sanità nel mondo. Dal 29 al 31 marzo 2024 si terrà a Dubai un incontro di medici nell'ambito del WIARSD Leaders Club, focalizzato sul fenomeno della migrazione dei professionisti sanitari verso i Paesi del Golfo. Durante l'evento, medici specialisti condivideranno le proprie esperienze e discuteranno delle sfide e delle opportunità legate alla sanità globale.
Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito web www.unitiperunire.org.
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