Intervista a Daiana Campaini, autrice del libro 'Tu sei meraviglia!'

MILANO - Dalla casa editrice Jolly Roger edizioni, ecco “Tu sei meraviglia!” di Daiana Campaini. Ognuno di noi ha i propri problemi, il costante giudicare ed essere giudicati accresce la nostra insoddisfazione. Ecco che nasce il libro di Daiana Campaini, un testo che strizza l’occhio alla metafisica e che attraverso la storia di tre giovani donne si pone come guida al ritrovamento di se stessi. Claire, Monica e Giulia, sono le portavoce di una storia di cambiamento, la stessa che le vede protagoniste di una lotta con i pezzi mancanti della propria esistenza. Saranno “le parti aliene” di loro stesse a divenire i campanelli d’allarme di un percorso che giorno dopo giorno le vede sempre più vicine al loro corpo astrale. 

Com’è nata l’idea di un libro che avesse tali tematiche?

In realtà, da parte mia, avevo solo “notato” quelle tre ragazze, avevano dei “marcatori”, come quando leggiamo un testo e ci sono delle parole in corsivo…semplicemente “si notano” rispetto al resto del testo senza per questo volerne fare qualcosa di preciso. Quindi, per rispondere alla domanda, non è affatto nata l’idea di scrivere un libro, non ne ho mai avuta l’intenzione. Direi che la versione più autentica è che il libro si sia auto-scritto pezzo per pezzo. Semplicemente un giorno mi son seduta davanti ad una pagina bianca di word, come ogni tanto faccio, ed è arrivato tutto l’indice. Da lì ho capito che non avrei scritto un nuovo articolo per il blog, ma che ci stavamo per avventurare su un camino “leggermente” diverso.  

Prima di ogni cosa, ci tieni a precisare di essere operatrice olistica. Cosa vuol dire tale qualifica in parole povere?

Olistico deriva dal greco olos e significa “globale, unito”, quindi l’operatore olistico è una persona che vede l’individuo non “a settori”, ma come un tutt’uno. Nel senso che tratta il sintomo come un insieme di fattori: fisico, psicologico, emozionale. In parole povere ricerca la causa del malessere in ciascuno degli ambiti che compone un essere umano e propone possibili soluzioni per i vari ambiti colpiti dal disagio.


Com’è nata la passione per tali discipline?

La mia non nasce come una passione per le discipline olistiche. Mi sono addentrata in alcune di esse solo perché cercavo delle spiegazioni agli eventi che, ad un certo punto, hanno stravolto la mia normalissima vita

Nel tuo libro racconti di “connessioni con le vite passate”. Ti va di raccontare qualche scorcio della tua vita precedente?

Di mie vite precedenti, nel corso di questi anni ne ho ripercorse varie. Come chiunque su questa Terra, ne ho vissute innumerevoli. Di tutte le vite passate, per ogni vita attuale ne risuoniamo al massimo 7, naturalmente non a caso. Quelle sono le vite con cui abbiamo più risonanza e che quindi forniscono  le informazioni coerenti e fruibili per risolvere le dinamiche che siamo venuti a sanare in questa vita attuale. Non vado cercando vite precedenti per mera curiosità, è materia estremamente sacra. Non si scherza e non si fa circo col sacro. Io cerco informazioni che mi aiutino a risolvere la causa di un problema affinché questo possa essere definitivamente archiviato.

Nel testo c’è una chiara diversificazione tra al di quà (dove vige la condanna) e l’al di là (dove vige la compassione). In che modo possiamo avvicinarci all’al di là pur restando in questa dimensione?

È un percorso abbastanza lungo, ma assolutamente appagante, verso la consapevolezza. Si comincia innanzitutto dal vederci per ciò che siamo, cosa che io nei miei corsi chiamo “punto zero” e poi si prosegue praticando l’accoglienza e l’accettazione verso se stessi, cioè verso i propri punti deboli, le cose che ci inducono a vergognarci di noi, le nostre maschere, le nostre più infime debolezze. La compassione totale è solo una conseguenza della compassione (cioè dell’Amore incondizionato) verso sé. Se non si è raggiunto quella in maniera stabile, ogni altro tipo di compassione è maschera o inutile buonismo 

Chi eri prima di avvicinarti a tali tematiche? Eri scettica? Affascinata? Spaventata? Qual è stato il primo beneficio avvertito su te stessa?

Ero un’appassionata lettrice di Cusano, di Nietzsche, di Kant, di Leibniz, quindi di base ero già una ricercatrice del senso della vita, ma ero lontanissima dal mondo dell’invisibile. Ero un’atea, una cartesiana convinta: esisteva solo ciò che si poteva tangibilmente dimostrare e di fatto l’Altra parte è così che è venuta a me: in maniera tangibilmente dimostrabile! Se non avesse parlato il mio linguaggio l’avrei scartata a priori. All’inizio, quando si è mostrata, avendolo fatto con una forza ed un’evidenza disarmanti, non ho affatto avuto benefici, ma solo una gran paura perché quello che mi ha fatto vivere e tangibilmente sperimentare faceva esplodere tutto il mio mondo di certezze. Non è gradevole passare dall’ordine al caos nel giro di 24 ore

Nel testo ci sono le storie di Claire, Monica e Giulia. Come si sono sentite quando hai comunicato loro che sarebbero state le protagoniste del tuo testo?

Con mia grande felicità, ne sono rimaste entusiaste. Nel corso della scrittura ad ognuna ho poi inviato il proprio pezzo e son rimaste sorprese di come risultavano dal mio punto di vista, dalla rilettura energetica di sé: il modo di percepirsi era diverso, lontano dal loro feroce auto giudizio e, da fuori, hanno compreso meglio gli argomenti di cui avevamo parlato dopo ciascun trattamento. Tutte e tre avrebbero voluto mantenere i loro nomi reali, ma io ho preferito lasciar loro la libertà di manifestarsi a chi volevano.

Qual è la cosa più bella che ti abbia mai detto “un tuo paziente”?

Quando si toccano certi punti, si tocca con mano anche l’insufficienza e l’inadeguatezza di tutto il nostro vocabolario…non esistono le parole adatte, si lasciano parlare gli occhi e gli occhi parlano sempre della felicità e del senso di liberazione di aver finalmente ritrovato una strada di cui si erano perse le tracce e le speranze. Quello è un bellissimo momento per entrambi, è la ricompensa a tutto l’oceano attraversato insieme.

Che consiglio daresti a chi è dominato dall’ansia e dalla paura dell’abbandono?

Direi che, al di là di quanto sembri, sono già su un’ottima strada perché se sentono l’abbandono questo è già un indizio sulla loro personale “mappa del tesoro”. Nel senso che quello è il loro primo passo verso la Riconnessione. Naturalmente l’abbandono non dipende dal mondo esterno, quello funge solo da lente di ingrandimento. Ciò che manca è la propria parte di Amore Compassionevole verso sé stessi. Chi soffre d’ansia, di paure varie, di stress, chi non dorme la notte, quella è una parte di persone che stanno ricevendo un messaggio preciso dalla propria Anima e cioè che le abitudini quotidiane che hanno instaurato le stanno allontanando sempre più dalla metà. È un po' come quando google maps non può ricalcolare un percorso e continua a dire di fare inversione….inutile dunque proseguire in quella direzione, no?

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai nel cassetto un altro libro?

In questo mondo non fa bella figura ciò che sto per dire, lo so, ma la verità è che io non ho mai progetti, vivo come i surfisti…godendo dell’onda, del vento e delle maree, cercando di fare di ogni elemento che si presenta a me, il fiore all’occhiello per quel mio esatto momento, perché è questo che significa sentirsi parte della Rete e muoversi di conseguenza. Ciò che vorrei è di poter vedere sempre più dettagliatamente come aiutare ciascuno a riconnettersi alla propria Anima e quindi al proprio Cammino. Quanto ad un prossimo libro, in molti mi dicono già di attenderlo con trepidazione. Chissà, io non escludo e non confermo. Per quanto mi riguarda, continuerò ad aprire le mie care pagine bianche di word, poi il resto dipende dall’Altra parte.

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