23-11-'80: il sisma che 'scosse' l'Italia

NICOLA ZUCCARO - Sono trascorsi 40 anni da quella domenica del 23 novembre 1980 quando, alle 19.34, la terra tremò per 90 lunghissimi secondi in Basilicata, in Irpinia, nel resto della Campania. La scossa di magnitudo 7 (decimo grado della Scala Mercalli), che allungò la sua onda fino alla Pianura Padana a Nord, passando per l'Italia Centro-Meridionale, interessò un'area di circa 17mila chilometri quadrati e causò 2.194 morti, 10mila feriti, circa 300mila senzatetto, una settantina di centri disastrati e oltre 200 danneggiati.

A seguito dei primi dati di questo catastrofico bollettino, diffusi dalle Edizioni straordinarie dei Telegiornali della Rai, insieme alle immagini di disperazione e di bisogno diffuse dalla Tv di Stato, fu avviata la macchina dei soccorsi guidata da Giuseppe Zamberletti.

Deceduto lo scorso 26 gennaio, Zamberletti fu nominato Commissario straordinario del Governo. Dinanzi questa emergenza, furono poste le basi per la costruzione di una moderna struttura di intervento, autonoma dal Ministero dell'Interno chiamato ad affrontare l'emergenza nelle ore e giornate successive al 23 novembre 1980, e istituzionalmente definita con il termine di Protezione Civile.

Essa, in questi ultimi mesi, è tornata alla ribalta e oggi, come 40 anni fa, in quello che fu semplificato con l'espressione giornalistica di "Terremoto dell'Irpinia", vede l'Italia ad affrontare un'altra dura prova rappresentata dall'emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus.

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