Mattarella concederĂ  il recupero?

di NICOLA ZUCCARO. Roma, lunedì 14 maggio 2018. La data precedente menzionata corrisponde al settantunesimo giorno dalla tornata elettorale per il rinnovo del parlamento nazionale e dal Quirinale si è levata per la quarta volta (in occasione del mini-giro di consultazioni che ha visto salire sul Colle, alle 16.30, il M5S e alle 18 la Lega) quella fumata nera che potrebbe segnare la parola "fine" all'infinita quanto interminabile pazienza (rapportata al prorogarsi dei termini fissati dal capo dello Stato) celatamente espressa da Sergio Mattarella per la formazione del nuovo Governo.

La richiesta inoltrata nel pomeriggio del 14 maggio da Di Maio e da Salvini al presidente della Repubblica di disporre di qualche altro giorno in piĂ¹ per sciogliere la riserva del Premier da proporre a Mattarella rappresenterĂ  quella spinta giusta affinchĂ© l'attuale inquilino del Quirinale mostri la schiena dritta, quella schiena dritta mostrata quando il 26 luglio 1990 si dimise da Ministro della Pubblica istruzione perchĂ© Andreotti aveva posto la fiducia sulla Legge Mammì, quella che sanava definitivamente le 3 reti televisive del Cavaliere Silvio Berlusconi?

Il richiamo anti-notarile espresso il 12 maggio a Dogliani, in occasione del 70mo anniversario dell'insediamento di Luigi Einaudi alla presidenza della Repubblica, potrebbe corrispondere ad una buona intenzione. Ma Sergio Mattarella, dopo 4 consultazioni, avrĂ  preso consapevolezza del fatto che, in virtĂ¹ e in linea con il suo passato arbitrale (richiamato l'8 maggio dinanzi alle delegazioni del Milan e della Juventus ricevute al Quirinale alla vigilia della Finale della Coppa Italia 2018) di fronte all'attuale quadro politico, poco chiaro e convincente, dover concedere un tempo massimo di recupero potrebbe rappresentare quella terza via. Una via alternativa al governo di garanzia e/o ad un eventuale ritorno in tempi brevi (non si esclude l'eventualitĂ  di domenica 22 luglio) alle urne. 

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