Consip, Renzi: pena doppia per mio padre se colpevole


FIRENZE - "Mai preso soldi. Si è trattato di un evidente caso di abuso di cognome": sono le parole con cui Tiziano Renzi, padre dell'ex premier, si è difeso davanti ai pm, secondo quanto riferito dal suo difensore Federico Bagattini, durante l'interrogatorio al quale è stato sottoposto nel pomeriggio a piazzale Clodio. "Il dottor Renzi ha risposto a tutte le domande" ed ha precisato di "non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda", ha detto l'avvocato Federico Bagattini. Tiziano Renzi, ha aggiunto che il suo assistito ha negato di aver mai conosciuto né incontrato Alfredo Romeo e di essere mai stato in Consip.

Tiziano Renzi, accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Federico Bagattini, è entrato negli uffici di piazzale Clodio evitando l’assedio di cronisti, fotografi e telecamere. L’atto istruttorio si tiene davanti all’aggiunto Paolo Ielo.

In serata Renzi a Otto e mezzo ha dichiarato sul caso: "Se c'è un parente di un politico indagato in passato si pensava a trovare le soluzioni per scantonare il problema ed evitare i processi. Io sono fatto in un altro modo: per me i cittadini sono tutti uguali. Anzi. Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia".

Intanto si è concluso l'interrogatorio di Carlo Russo, l'imprenditore amico di Tiziano Renzi, indagato nell'inchiesta Consip. Russo è uscito dalla sede del comando provinciale dei carabinieri di Firenze dove è stato ascoltato dai pm di Roma e di Napoli Mario Palazzi ed Henry John Woodcock, accompagnato dal suo legale. Russo si è quindi allontanato a bordo di un taxi. A giornalisti e cameramen che gli chiedevano una dichiarazione si è limitato a rispondere "Buona sera e buon lavoro".

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