Italia: I dati dell'Inps mostrano un lavoro ancora fortemente debole ed in sofferenza

Il 2016 su un totale di 5,8 milioni di attivazioni di rapporti di lavoro, circa 1,3 milioni sono stati i contratti a tempo indeterminato, in flessione dello 0,5% rispetto al 2014, anno in cui non erano ancora entrati in vigore gli incentivi delle due leggi di Stabilità 2015 e 2016. L’incidenza nel 2016 delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato, sul totale delle attivazioni, è stata del 21,8%, ben al disotto di quella che ha caratterizzato il 2015 (32,3%), ed il 2014 (23,4%).

L’esonero contributivo ha contribuito al 32,7% di assunzioni con tale tipologia contrattuale, percentuale che sale al 37,5% se si considerano anche le trasformazioni dei contratti a tempo determinato. Conseguenza è una nuova ripresa del contratto a termine (+8%) e del contratto di apprendistato (+31%), per effetto, appunto, della riduzione dell’esonero previsto in Legge di Stabilità 2016.

Ma emerge anche una questione ancor più delicata : alla riduzione delle ore autorizzate di cassa integrazione del 2016, fa da contraltare l’aumento dei licenziamenti che nelle aziende fino a 15 dipendenti aumentano del 2,1% ed in quelle oltre i 15 dipendenti del 5,8%. Per questa ultima dimensione aziendale, i licenziamenti disciplinari vedono un incremento del 30,7% e quelli per motivo oggettivo un aumento del 6,8%.

I tanti dati che sono stati diffusi dall’Inps, sia in termini di politiche passive (ammortizzatori sociali e Naspi), politiche attive (incentivi all’occupazione) e monitoraggio dell’occupazione creata e dei licenziamenti, dovrebbe indurre ad una riflessione d’insieme del nostro mercato del lavoro ancora fortemente debole ed in sofferenza. Comprendendo anche la necessità di rivedere in senso ragionevolmente restrittivo la disciplina dei voucher che nel primo mese di quest’anno che, al netto della tracciabilità introdotta, vedono comunque un aumento rispetto allo stesso mese del 2016 (+3,9%) quando questa novità non vi era.

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