EDITORIALEX: Tangentopoli 25 anni dopo, dalla "Repubblica dei partiti" al pericoloso populismo della "Repubblica dei Magistrati"

di ALESSANDRO NARDELLI - Oggi, Venerdì 17 Febbraio 2017, si ricorda il 25° anno dall'arresto di Mario Chiesa, allora Presidente del Pio Albergo Trivulzio, il quale venne colto "con le mani nella marmellata", mentre ritirava una delle ennesime tangenti, questa volta dall'imprenditore Luca Magni, un piccolo imprenditore che gestiva una società di pulizie. Mentre Chiesa finiva in carcere, nel mondo della politica era subito una corsa a scaricare quello che Bettino Craxi definì improvvidamente un "mariuolo che getta un'ombra su tutta l'immagine di un partito", commettendo il più grosso errore politico della sua vita. Si, perché l'ingegner Chiesa non ci stava a passare per l'agnello sacrificale, dopo anni al servizio del suo Partito, in un continuo do ut des che lo aveva fatto salire sempre più in alto, fino a conquistarsi quella sua autonomia elettorale, che dava fastidio a troppi soloni della politica, che mal sopportavano la vicinanza di Chiesa a Craxi.

Dopo aver passato alcuni giorni di carcere, ecco la pietrolina che provocò la valanga che tutto travolse e dopo la quale, nulla, o quasi, fu più come prima. Questo minuscolo sassolino aveva il nome di Laura Sala, ex Signora Chiesa, che, dopo l'addio al marito, vista l'esiguità degli alimenti versati a lei e al figlio, allora minorenne, da quello che una volta era suo marito, decise di affidarsi ad Annamaria Bernardini De Pace, la più importante avvocatessa matrimonialista in assoluto, insomma, una garanzia. La Signora Sala, interrogata dai PM milanesi, decise di parlare degli affari di Chiesa, e quel che ne venne fuori fu una storia fatta di conti bancari in Svizzera, denominati con nomi di acqua minerale, e di svariati miliardi di lire intestati dall'ex marito alla sua segretaria. Quella li fu la spinta decisiva, anche Chiesa parlò, provocando un pericolosissimo effetto domino, che permise alla Magistratura di spazzare via definitivamente la cosiddetta "Repubblica dei partiti".

Si diede, quindi, vita ad una fase nuova la "Repubblica dei fratelli coltelli", in cui si è progressivamente accantonata la passata concezione del partitismo conservatore, sottoposta di fatto a un processo trasformista di rinnovamento, che aveva l'obiettivo di rigenerare il tessuto politico, sostituendo gli appartenenti all'ancien régime, visti dalla società civile come gli untori di manzoniana memoria, motivo per cui a vincere nel 1994 furono le destre, con l'affermazione di Forza Italia, ma soprattutto della Lega Nord, contro una sinistra, tutto sommato uscita indenne da Tangentopoli, e, convinta, probabilmente per questo motivo, di poter vincere a mani basse con la "Gioiosa Macchina da Guerra", guidata da Achille Occhetto. Tutto questo ha portato come sua naturale conseguenza al fallimento del bipolarismo, con governi ostaggi di questo o di quel politico appartenente all'una o all'altra coalizione sempre per il già citato do ut des, con i vari Bossi, Bertinotti e Mastella a dettare legge.

Cosa resta oggi di questa crisi sociale prima che politica? Il ruolo centrale della società civile, che con il tempo si è inselvatichito, permettendo l'esplosione di fenomeni come quello del Movimento 5 Stelle, o l'attecchimento di idee leghiste "Salvinifiche" anche al Sud, un paradosso mascherato. Il tutto accompagnato da una pericolosa combinazione mediatico-giudiziaria, continuata nel tempo, che vede la magistratura e parte della stampa, procedere di pari passo, autodefinendosi tutori e stampelle di un sistema marcio.

Chiudo citando le parole di Piercamillo Davigo, presidente della ANM e componente dell'allora Pool di Mani Pulite: “Se le persone coinvolte in base a prove e indizi che dovrebbero indurre la politica e le istituzioni a rimuoverle in base a un giudizio non penale, ma morale o di opportunità, vengono lasciate o ricandidate o rinominate, è inevitabile che i processi abbiano effetti politici. La presunzione di innocenza è un fatto interno al processo, non c’entra nulla coi rapporti sociali e politici’’. Frasi che dimostrano come i partiti sono scomparsi, ma determinate dinamiche di autoconservazione di idee e pensieri no. Il pericoloso populismo della "Repubblica dei magistrati" continua, e non siamo neanche a metà film.

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