EDITORIALEX - Direzione PD, l'Anno Zero dei democratici, "Aspettando Gotor"

(Foto IL MATTINO)

di ALESSANDRO NARDELLI - Kraus, un autore satirico, giornalista e aforista austriaco, vissuto tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, affermava nel suo libro "Detti e Contraddetti", che "le opinioni si riproducono per divisione, i pensieri per germinazione". Osservando la direzione del Partito Democratico, nella giornata di ieri, ho potuto notare una tabula rasa, in una sorta di Anno Zero, la naturale evoluzione delle guerre fratricide interne conseguenti ad opinioni divergenti, e non frutto di pensieri differenti, da confrontare con programmi alternativi per costruire finalmente un PD fatto di idee. Nessuno lo dirà mai pubblicamente, ma l'autorottamazione del rottamatore, ha portato alla disintegrazione del centrosinistra italiano, un processo irreversibile che è solamente all'inizio, e che avrà come unica conseguenza quella di lasciar spazio alle destre reazionarie e giacobine, come il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord di Salvini, che fanno dell'estremismo e dell'intransigenza il modus operandi della loro azione politica, inserendosi bene nel solco dei conservatori inglesi, del trumpismo a stelle e strisce e del ben apparecchiato lepenismo alla francese. Tornando alla direzione PD di ieri, tutti si aspettavano un Matteo Renzi diverso dallo spavaldo politico rampante che, forte del suo ego e della sua spocchia , aveva deciso di mettere sopra al tavolo da poker del Referendum, il processo riformatore che stava attraversando inarrestabile l'Italia, perdendo piatto, faccia e partito. Si, perché il Matteo Renzi visto ieri era un uomo segnato, ferito, e cosciente di essere su un terreno che gli sta franando irrimediabilmente sotto i piedi; ma siccome l'ex Premier è pur sempre uno stratega, sa benissimo che l'unica soluzione che gli resta è il congresso, una sorta di all-in sull'unico tavolo in cui può ancora giocarsi tutto quel che gli rimane, quello del suo partito.  Un discorso meraviglioso il suo, in cui ha parlato dell'importanza della comunicazione, del porsi in alternativa agli estremismi imperanti che fanno capolino dietro l'angolo, del non scindersi sulla base di un ricatto morale chiamato congresso, dell'escludere le spese per la cultura dal piano di stabilità. Una lezione di alta politica a tutti coloro che dopo il Referendum invece di proporre hanno cercato come unica vendetta e riscatto possibili unicamente l'autodistruzione del PD prima che di Matteo Renzi, come dire "Muoia Sansone con tutti i filistei". Ed ora che ne sarà di loro? Il congresso? O "Aspettando Gotor".


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