Zanardi: "Mi auguro di tornare dalle Paraolimpiadi di Rio 2016 con una medaglia, poi mi fermo"

"E' logico che se l'Italia dovesse raggiungere o superare, complessivamente come spedizione, il risultato di Londra, saro' il primo a compiacermene, sarei felicissimo, ma io, con un minimo di egoismo, penso alle mie di medaglie: mi sono preparato talmente tanto che mi auguro di tornare a casa con una medaglia al collo, anche perche', quasi sicuramente, questa sara' la mia ultima occasione di fare qualcosa a livello olimpico": così Alex Zanardi, pronto a partire per le Paraolimpiadi di Rio de Janeiro che si terranno dal 7 al 18 settembre, dove con la sua handbike provera' a bissare l'oro olimpico vinto a Londra 2012.

"Sono come il vino rosso, piu' sta la' piu' diventa buono, anche se ora non e' proprio cosi, quest'anno compiro' cinquant'anni, neanche un mese dopo i giochi olimpici, e mi batto contro atleti fortissimi che hanno la meta' dei miei anni, ma daro' il massimo per vincere ancora. Le Olimpiadi di Rio per noi sono andate benissimo, sono state olimpiadi molto belle, e sono d'accordo con Andrea Zorzi quando dice che 'l'Italia e' un piccolo miracolo sportivo', ci sono certi sport, non per mancanza delle istituzioni o delle federazioni, che riscuotono successo e attenzione solo nell'arco di quei quindici giorni delle Olimpiadi. Manca l'interesse, manca l'affetto delle persone, manca un seguito, manca un pubblico, e' tutto probabilmente anche pilotato da un fenomeno mediatico troppo attaccato a sport prioritari come il calcio e la Formula1, ecco in Italia non si parla che di quello. Probabilmente bisognerebbe fare una forma di educazione diversa, anche per i ragazzini nelle scuole, bisogna portarli ad abbracciare un'attivita' sportiva con piu' entusiasmo. Durante le Olimpiadi si scoprono altri sport, bellissime storie, grandi eroi, grandi campioni, ma solo per 15 giorni, poi se uno vince un mondiale hai la notizia del televideo per una sera se va bene, e quindi bisognerebbe fare qualcosa per cambiare l'educazione, partendo da chi lo racconta lo sport, che ha il grande potere di ispirare. Nella vita ho avuto la fortuna di fare un percorso cosi' particolare grazie al quale oggi ovunque vado la gente mi apre la porta, metaforicamente, sono sempre ben accolto, e ho sempre avuto un grande sostegno da parte del Comitato Paralimpico. Forse era una cosa quasi scontata, ma ci sono molti colleghi che lavorano tanto, fanno tanti sacrifici e restano nell'ombra, forse prima che arrivassi io molte persone in Italia non avevano idea di cosa fosse il paraciclismo, io mi auguro che il Cip sia in grado di sfruttare questo mio passaggio, io non duro in eterno e lo dico con tutto il cuore, anche perche' io devo fare l'atleta, non devo fare l'esperto di marketing, e se alla fine quel riflettore in piu' che si e' acceso grazie alla mia presenza piu' portare dei ragazzi ad essere curiosi, a dire ci voglio provare anche io, beh questa e' una cosa che mi scalda il cuore", ha concluso Zanardi.

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