“Bohème”, gran finale a Lecce per la stagione lirica 2016

di ILARIA STEFANELLI — Dopo l’acclamato “Rigoletto” di Verdi, opera applauditissima, che ha segnato l’apertura della Stagione Lirica 2016 del Politeama Greco , oggi la conferenza stampa di presentazione del secondo e ultimo lavoro in cartellone presentato dal direttore artistico Carlo Antonio de Lucia per una stagione lirica, come già ampiamente ricordato, risorta dalle sue ceneri dopo gli impietosi tagli ministeriali.

Alla presenza della stampa, il maestro de Lucia ha approfittato per ringraziare accoratamente gli organi di stampa per aver veicolato il messaggio forte che ha sostenuto e animato nelle intenzioni questa particolare edizione 2016:

“La stagione in corso, realizzata senza fondi pubblici ma con lo sforzo economico dei produttori, degli amici artisti e del pubblico numerosissimo che ringraziamo, non è da considerarsi una prova o una dimostrazione di autonomia, ma un grido di aiuto rivolto alle istituzioni. Il successo registrato dimostra come la stagione sia una realtà viva ed importante, da tutelare e sostenere”.

Un principio che la direzione artistica continua a sottolineare con ardore, proprio per la sua rilevante necessità artistico- culturale per la città di Lecce, una necessità volta a far perdurare una tradizione musicale divenuta ormai parte della storia stessa della città che ha dato i natali a Tito Schipa e che combatte per continuare a godere di un patrimonio necessario, in quanto espressione di un bisogno popolare di far musica e di farla bene.

Una necessità della gente, quella di partecipare per godere del proprio “ diritto all’arte del buon ascolto”, confermata da una affluenza “ di massa” in occasione dell’opera d’apertura, il Rigoletto di Verdi.

A tal proposito, ribadisce e precisa il maestro Francesco Ledda, presidente dell'Accademia Operistica Internazionale, nonché produttore della Stagione, riassumendo, dati alla mano, i “ numeri” di questa edizione : “Cinquemila spettatori, di cui 750 abbonati, 1500 studenti delle scuole della provincia, 170 persone che hanno lavorato dietro le quinte: grandi numeri che appartengono ad una grande Stagione Lirica. Lecce merita una Stagione Lirica, perché la ama e lo ha ribadito con l’affluenza e l’acquisto dei biglietti. Quest’anno abbiamo fatto tutti un grosso sacrificio ma per il futuro abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, enti pubblici e privati che sostengano un patrimonio, che è di tutti”.

E si punta ora a chiudere il tutto in grande stile con un’opera cara a tutti i melomani, sarà Boheme di Giacomo Puccini infatti a prendere vita sul palco del Politeama Greco, il 30 aprile e il 1 maggio in replica.

Bohème è l’opera della gioventù, l’opera della “ bella età d’inganni e d’utopie”, nella quale “si crede, si spera e tutto bello appare” ; forse il suo fascino immortale, il suo significato più profondo è tutto in questo verso, la perdita dell’ingenuità della gioventù, la consapevolezza del passare del tempo che porta con sé inevitabilmente affanni e dolori. Nessun soggetto, forse, quanto Bohème era stato così tanto sentito da Puccini, che la sua “Bohème” spregiudicata e insolente doveva averla vissuta davvero a Milano nella sua giovinezza. Con la Bohème, Puccini raggiunge un punto d’arrivo nella storia del teatro lirico per quanto riguarda la procedura della composizione, per la prima volta infatti (seppur dopo le vette raggiunte da Verdi) le esigenze musicali, drammaturgiche, letterarie e sceniche assurgono allo stesso ruolo in continua e equilibrata interazione, riuscendo a dare vita ad un’ opera organica la cui perfetta interazione è valsa a fare di Bohème una delle opere più rappresentate e dei suoi protagonisti dei tòpoi che continuano a ripresentarsi adattati agli usi delle varie regie, sempre ben riconoscibili.

Un finale d’eccezione quindi, la cui regia per l’allestimento leccese sarà affidata a un “ nome” del mondo dell’opera italiana, il celebre tenore Pietro Ballo, interprete di innumerevoli ruoli nei teatri più prestigiosi dentro e fuori il bel paese, cantante di grande pregio e di raffinata esperienza, un “ animale da palcoscenico” che ha lavorato con maestri di grandissima levatura, maestri del calibro di Zeffirelli, Ronconi, Walmann, Pugelli, Deflo, Giacchieri, Olmi, Shaff, Maestrini, De Tommasi, Lavia, Miller, Pizzi. Il maestro, da anni ormai impegnato anche nel ruolo di regista, ha accettato con grande entusiasmo l’invito a dipingere con i suoi colori questa Boheme leccese.

Una scelta che non può che fargli onore, artisticamente e umanamente, per aver preso a cuore una causa così nobile come quella di prestare la sua grande esperienza professionale di istrione per una causa nobilissima.

“Questa Stagione è fatta con la forza, il sudore e la buona volontà di chi sta partecipando. Io metterò a disposizione tutta la mia esperienza e i miei 38 anni di carriera nei più grandi teatri italiani e del mondo per realizzare qui una Bohéme che già mi ha visto protagonista come cantante anni fa”.

Sull’opera in particolare: “La mia volontà è quella di offrire una regia che susciti emozione, attraverso l’aiuto delle luci ma soprattutto il lavoro di interpretazione e i movimenti dei cantanti, dietro i quali spero possiate trovare un po’ di Pietro Ballo”.

Al suo fianco, per la direzione il maestro Claudio Maria Micheli, un altro grande nome nel mondo musicale, un direttore versatile il maestro Micheli, accanto al repertorio lirico, di cui è specialista, si dedicato negli anni, con medesimo successo, al grande repertorio sinfonico, come direttore principale ed ospite di numerose istituzioni ricevendo encomi e riconoscimenti e collaborando , tra gli altri grandi nomi, con il grande Maestro Ennio Morricone.

Riguardo a questa avventura leccese, il maestro dichiara entusiasticamente: “Per quanto riguarda la parte musicale, che è la parte che mi compete, trovo che La Bohème sia l’opera più difficile di Puccini da dirigere. Pertanto pretenderò molto dai musicisti, proprio in virtù di un grande rispetto che nutro nei confronti di un’opera che ritengo essere un capolavoro; riguardo alla collaborazione con il maestro Ballo, è per me fonte di grande gioia questo incontro artistico”.

E’ proprio questo l’aspetto che forse più incuriosisce critica e pubblico di quest’ultimo lavoro di cartellone, il binomio Micheli- Ballo che promette fuochi d’artificio.

Qualche indiscrezione trapelata in conferenza ha fatto “ sbottonare” i due maestri: “Non sarà una regia alla tedesca”, entrambi pare abbiano palesato l’intenzione di offrire una Boheme calda, intima e partecipata, favorendo una forma empatica e profondamente “ sentimentale” così come l’opera, nel suo animus, suggerisce.


A interpretare la sognante Mimì due interpreti promettenti: Dafne Tian Hui ( 30 aprile) e Maria Tomassi (1 maggio), Antonino Interisano ( 30 aprile), Gianni Leccese ( 1 maggio) nel ruolo di Rodolfo, Francesco Baiocchi nei panni di Marcello, Maria Francesca Mazzara in quelli della civettuola Musetta, Giovanni Guarino per Schaunard, Fulvio Valenti per Colline, Giovanni Tiralongo per Alcindoro- Benoit e Simon Dongiovanni per Parpignol.

Guiderà il Coro Lirico di Lecce Vincenza Baglivo.

Puccini disegna sulla partitura, nel punto in cui la musica sottolinea la morte di Mimì un teschio a testimoniare che il trapasso doveva avvenire in quell’istante e aggiunge “quando trovai quegli accordi scuri e lenti e li suonai al piano, venni preso da una tale commozione che dovetti alzarmi e in mezzo alla sala mi misi a piangere come un fanciullo. Mi faceva l’effetto di aver visto morire la mia creatura”. L’autore / attore chiude il libro, la gioventù è terminata.

La Stagione lirica, no, ci crede, e continua a far sognare.

30 Aprile, sipario ore 20:45
1 Maggio, replica ore 18:00

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