Berlusconi: "Renzi pensa solo al suo potere"

“Sento dire spesso che Renzi si ispirerebbe in qualche modo a Forza Italia. Se questo è vero, allora devo dire che l’imitazione non gli è riuscita bene". Cosi' intervistato dal Foglio, in un numero speciale in occasione dei vent'anni del quotidiano fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Claudio Cerasa, l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parla a ruota libera del premier Matteo Renzi. 
"Renzi con noi non ha nulla in comune - sottolinea -, se non una cosa: la consapevolezza che il vecchio linguaggio della politica ha stancato gli italiani. Ma di fronte a questo noi abbiamo scelto la strada della concretezza, della chiarezza, della realtà. Lui, quella delle battute, dell’arroganza, degli annunci. Per il resto, Renzi è un democristiano di sinistra nell’accezione peggiore del termine: somiglia più a Ciriaco De Mita che ad Aldo Moro. La sua è la versione 2.0 della vecchia teoria enunciata nel ‘Gattopardo’: bisogna che tutto cambi affinché non cambi nulla. Questo vale per la riforma costituzionale, studiata per consolidare il suo potere, come per i provvedimenti più pubblicizzati, dall’inefficace Jobs Act alla riforma della Pubblica amministrazione, al mai realizzato taglio delle tasse”. 
Chiede il Foglio. Se Matteo Renzi, come dice lei, non avesse “tradito” il patto del Nazareno, secondo lei sarebbe stato possibile immaginare nel futuro la nascita di un movimento unico capace di aggregare le forze moderate del centrodestra e del centrosinistra? “Non abbiamo mai pensato al patto del Nazareno in questa chiave. L’idea nella quale abbiamo creduto era solo quella di lavorare insieme per modernizzare il paese attraverso riforme condivise. Purtroppo, ci siamo resi conto che ci avevamo creduto solo noi”.

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