Scontro nel Pd sulle preferenze: Franceschini, "Un errore"

ROMA. Ancora alta la tensione sul tema riforma elettorale, dopo che ieri il premier Letta ha detto che sarebbe preferibile che i cittadini potessero scegliere attraverso le preferenze.
Oggi il suo vice Angelino Alfano fa un appello a Silvio Berlusconi augurandosi che sul no alle preferenze il Cav 'si ravveda'. Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, che definisce quella di Letta 'un'entrata a gamba tesa' sulla riforma. Intanto il relatore Sisto ricorda che 'questa è la riforma di tutti' e dice che meline non saranno consentite.
"Vedo che le preferenze sono diventate improvvisamente popolarissime ma io, che ho iniziato a prenderle, e molte, a vent'anni, sento il dovere morale di dire che oggi sarebbe un errore enorme reintrodurle". Così il ministro Dario Franceschini risponde in Transatlantico su uno dei nodi della riforma elettorale. Reintrodurre le preferenze sarebbe un errore, per Franceschini, "non soltanto perché farebbero quasi certamente saltare l'intesa raggiunta ma molto di più per i danni al sistema politico e alla sua trasparenza". Le preferenze, spiega, "come tutti sanno, farebbero aumentare a dismisura i costi delle campagne elettorali dei singoli candidati, con tutti i rischi connessi, non sempre porterebbero in Parlamento i migliori e comunque lo priverebbero della presenza di competenze e professionalità indispensabili". "Io da capogruppo - aggiunge Franceschini - ho conosciuto deputati indispensabili per competenze e lavoro che non riuscirebbero mai a essere eletti. Non è un caso se in nessun paese di Europa sono utilizzate le preferenze per il parlamento nazionale, ma soltanto o collegi uninominali, da sempre la proposta del Pd, o liste corte, perché dappertutto cercano intelligentemente di avere gruppi parlamentari che siano un mix di radicamento territoriale e competenze".
"La parte piu' significativa dell'accordo sulla legge elettorale e' il superamento del bicameralismo perfetto, siamo l'unico paese ad averlo. Poi la riforma del titolo V", ha sottolineato. Guglielmo Epifani ha auspicato che vi siano correzioni al testo di riforma della legge elettorale. "Siamo tutti vincolati al patto stipulato dal segretario, ma non ho mai visto una legge che non si potesse migliorare in Parlamento, che non ha funzioni notarili. Naturalmente ricercando la condivisione", ha dichiarato l'ex segretario del Pd in un'intervista su 'L'Unita''.
Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ha criticato Le dichiarazioni di Enrico Letta sulla legge elettorale. "Notiamo, e ne siamo sinceramente rincuorati, che il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e' finalmente uscito dal silenzio nel quale si era rintanato nelle ultime settimane", ha dichiarato. "Consigliamo al premier maggior cautela e rispetto, se non nei confronti di Forza Italia, magari nei confronti del segretario del suo partito", ha concluso.

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