ITALIA BIDONI, tutto il peggio del calcio italiano
Iniziare questa rubrica con
il bidone per eccellenza, tal Luis Silvio Danuello, una “ponta” (classica ala
che salta l’uomo e la da nel mezzo) scambiata per punta da una sprovveduta
dirigenza della Pistoiese negli anni ’80, sarebbe stato semplice, quasi scontato.
Invece del brasiliano in maglia arancione sul quale sono girate le più
disparate leggende, parlerò in un'altra puntata della rubrica Italia Bidoni.
In
questo pezzo racconterò della storia di quello che si può benissimo annoverare
come il secondo peggior bidone che abbia mai potuto calcare i campi di calcio
italiani.
Era il 2000, periodo in cui il vulcanico presidente del Perugia Luciano
Gaucci si lasciava puntualmente tentare dal mercato estero, ingaggiando
personaggi stravaganti e decisamente insoliti. Perugia oramai ne stava vedendo
di tutti i colori (nel vero senso della parola), ma nessuno se ne lamentava,
visto che i grifoni galleggiavano comunque in Serie A. Un bel giorno però
Luciano Gaucci volle stupire ancora, spingendosi oltre, ingaggiando il primo calciatore cinese della storia del
calcio italiano: Ma Ming-Yu, 27 anni sulla carta, 30-32 secondo attendibili
fonti cinesi. 1 miliardo di vecchie lire per ottenerlo in prestito per
una stagione, con la possibilità di riscattarlo a 4 miliardi, entro Giugno 2001.
Capitano e playmaker della nazionale cinese ai Mondiali 2002, era uno dei
pupilli di Bora Milutinovic, ex C.T. cinese. A Perugia non si ambienterà mai,
vivendo quasi sempre in solitudine e non imparando una sola parola d’italiano,
cosa che limita molto l’integrazione nel nostro calcio: Poche le gare disputate da quello che doveva essere un grande colpo ma
che invece si è dimostrato un fiasco totale. 2 partite nelle amichevoli di agosto
e qualche minuto in Coppa Italia nel match Perugia-Salernitana 2-1. Per
il giapponese Nakata e il coreano Ahn, tante lodi e attenzioni da parte dei
media del Sol Levante, con moltissimi giornalisti asiatici presenti ogni
domenica al Renato Curi per seguire le gesta dei propri beniamini, mentre per
Ma Ming Yu le valigie erano già dietro la porta.
A Gennaio 2001 il suo addio, con il ritorno al Sichuan
Guancheng, per chiudere definitivamente la parente comico-farsesca che ha
avvolto la storia del primo calciatore cinese in Italia.
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