“New Lab Gospel&Jazz”, il cuore 'nero' del Sud


di Francesco Greco - Oh When The Saint go marchin in… Quando i Santi entreranno marciando in Paradiso, anche io vorrò essere là… Una speranza ingenua, di anime candide, dopo una vita di sofferenza e dolore. Il Sud dalle infinite contaminazioni culturali, semantiche, dall’orizzonte infinito, ha un cuore “nero”: pulsa nel “New Lab Gospel&Jazz”, gruppo musicale leccese che in pochi anni si è imposto, in Italia e nel mondo, per la grande energia e solarità della sua musica sino a diventare allegoria di una terra marginale, che idealmente si sovrappone alle piantagioni dell’Alabama, le miniere del Sudafrica, le bidonville di Nairobi, la casbah di Algeri, il suk di Baghdad, il barrio di Buenos Ayres, le baraccopoli del pianeta.

   Anche a Sud si prega, si rendono lodi a Dio, e si sogna un angoletto di Paradiso dopo una vita di duro lavoro, passata a condividere il poco, a lottare, sperare. E se la musica ha una modulazione universale, il “Project” dei ragazzi leccesi ci porta echi sonori di mondi lontani che avvolgono come un bozzolo caldo il Sud-continente contaminandosi con i suoni indigeni, i canti “a stisa”, di lavoro, di lotta, d’amore, in un cielo che accoglie le preghiere di chi soffre lo sfruttamento, il lavoro che non c’è, quello nocivo di calzaturifici, sansifici, aziende siderurgiche e chimiche, ecc., precario e sfruttato, in un universo dove la Questione Meridionale è negata dalla politica nella sua ontologica complessità e il potere marcio e senz’etica pratica l’orrore dell’assistenzialismo che nega la dignità di uomini vivi e veri.

   Emanuele Martellotti è uno di quei geni barocchi di cui le arse e aspre contrade del Sud sono piene: se il Pil del Salento (il maestro è leccese, è nato 38 anni fa a Campi Salrntina (“ma mi sento un diciottenne”, sorrise al suo compleanno, un mese fa) fosse dato dalla creatività, espressa ma specie imprigionata, non avrebbe degault. Geniale, vulcanico, l’entusiasmo contagioso di chi sa cosa vuol fare da grande, qual’è la sua mission. Qui i creativi hanno il trolley sempre pronto e il ticket del treno scaricato dal web, solo andata. Eppure una misteriosa energia magmatica, una passione irrazionale li trattiene nonostante la sordità delle caste politiche immerse nei privilegi (e nei peculati) quando i geni chiedono un minimo di sostegno per continuare la ricerca, dare emozioni: e da un concerto del “New Lab Gospel&Jazz” si esce rasserenati, avvolti da una curiosa, intima dolcezza, come ripuliti dalle scorie della quotidianità. Lontano, altrove avrebbero più opportunità, carriera, ricchezza, prestigio, eppure restano nella “piantagione” a lavorare con umiltà, militare, mettersi in gioco ogni giorno…Oh Happy Day…

   Domanda: Maestro, come e quando nasce il project?

Risposta: “Ad aprile 2009, in collaborazione col maestro Luigi Bubbico, docente della cattedra Jazz al Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Dapprima con l’intento di fare uno di quei cori Jazz in Italia con annessa Orchestra che sviluppasse tematiche Jazz, in quanto deriva appunto dalla scuola di Jazz. A maggio 2010 fu reimpostato in due gruppi distinti: NewLab Project (Gospel Edition) gruppo vocale che si occupa di concerti Gospel e NewLab Project (Swing&Jazz Edition) della storia dello Swing e Jazz italiani dai ‘20 ai ’50, tipo Trio Lescano, Natalino Otto, Andrews Sisters, ecc.”.

D. Quali le premesse estetico-artistiche del project?

R. “Essendo cresciuto con un forte senso della spiritualità, ho imparato a condividere la mia ricerca spirituale col gruppo rendendola una linea guida per la nostra preparazione musica e umana. Ci muoviamo verso un’unica identità spirituale che operando con l’energia di un amore incondizionato crea un feel e un’armonia di gruppo fondamentale per la sua crescita”.

D. “Chi poco sa di queste contaminazioni chiederebbe: come si intrecciano Jazz, Gospel, Swing con la storia dei ritmi del Sud?”.

R. “La musica che facciamo deriva dai lavoratori nei campi, dallo sfruttamento dell’uomo sull’altro uomo: non è diversa dalla nostra tradizione popolare. Amo l’espressione culturale/espressiva degli Afro/Americani, il loro stile di vita libero, l’amore per il Dio universale, che per me non significa l’attaccamento a una religione ma a una filosofia di vita spirituale, espressione dell’anima”.

D. E’ difficile fare musica a Sud, credere nella propria mission?

R. “Non sono raccomandato da nessuno, tranne che da Dio: ciò mi penalizza moltissimo. Devo fare tutto da solo: ideare i progetti e sostenerli. In questo momento di crisi sto cedendo moltissimo, a volte vorrei mandare tutto a quel paese… Senza sostegno economico non so fino a quando andrò avanti…E’ un periodo in cui più creo più mi sento giù… Ancora devo maturare tanto…”.

   Ecco i compagni di viaggio (molti i premi ovunque: “Eccellenze Salentine”, “Campi c’è”, ecc.): manager Diego Esposito, fonico Alessio Galantini, pianista Pasquale “Paco” Carrieri. Gruppi vocali Gospel e Swing/Jazz: collaboratrice/solista Ketty Camerlengo, supervisori/solisti Chiara Triggiani e Luigi Costantini, coristi/solisti Marcella Negro, Federica Orlando, Ilenia Piccinni, Katia Polito, Ramona Perrone. Il coro (cerca musicisti, www.newlabproject.eu) da poco fa parte della Federazione Nazionale cori Gospel d’Italia.

   Oh Happy Day… Oh When The Saints go marchin in…

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