Milano - Come ogni anno, piazza della Scala a Milano ha ospitato il tradizionale appuntamento della Prima, tra eleganza, spettacolo e appuntamenti culturali. Ma la manifestazione non è stata solo festa: circa 300 persone, tra sindacati, lavoratori della Scala, attivisti e manifestanti, hanno animato la piazza con proteste e cortei pacifici.
La piazza della Prima è ormai diventata un termometro delle emergenze sociali. La tradizione risale al 1968, quando gli studenti guidati da Mario Capanna lanciarono uova in memoria dei braccianti di Avola uccisi pochi giorni prima. Oggi le proteste sono meno violente, senza fumogeni né cariche della polizia come in passato.
Quest’anno a guidare le manifestazioni sono stati i ProPal, sostenitori della causa palestinese. Donne velate hanno sfilato con le bandiere al grido di “Free Palestine”, in un corteo iniziato poco dopo le 14 e concluso intorno alle 17 senza tensioni. Nei pressi di Palazzo Marino sono stati appesi striscioni contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, contro il piano di pace proposto dal presidente americano Donald Trump e a sostegno della libertà di Mohamed Shahin, imam di Torino colpito da un decreto di espulsione. Tra gli slogan più diffusi: “Palestina libera” e “Netanyahu assassino”.
Le proteste hanno inoltre denunciato lo stanziamento di risorse per la guerra, con striscioni che chiedevano “più soldi per i quartieri e meno per le armi”, e hanno espresso solidarietà alla maschera della Scala licenziata lo scorso maggio per aver urlato “Palestina libera” durante un concerto dell’Asian Development Bank alla presenza della premier Giorgia Meloni.
Al megafono è intervenuto, in collegamento telefonico, Mohammad Hannoun, presidente dell’associazione Palestinesi d’Italia:
“Noi siamo antisionisti, non antisemiti, e perseveriamo. Continuate con le vostre mobilitazioni e cortei per denunciare Israele e chi lo sostiene per una Palestina libera”.
Più politici i temi portati dal centro sociale Cantiere, che ha denunciato istituzioni e personalità di spicco della città tra cui la premier Giorgia Meloni, i ministri Alessandro Giuli e Giuseppe Valditara, il sindaco Beppe Sala, il governatore Attilio Fontana e l’immobiliarista Manfredi Catella. Gli organizzatori hanno definito la serata come un “tripudio di lusso, sfarzo e cultura che può far cadere il silenzio su due anni di genocidio e su una città che cade a pezzi”, dando vita al cosiddetto “Teatro delle complicità ”, con un palco di cartonati raffiguranti i protagonisti della Prima, tra cui Lady MacLoni (soprannome dato alla premier in riferimento a Lady Macbeth) e i ministri con elmetti e bandiere italiana, israeliana e statunitense.

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