GARLASCO (Pavia) – Dopo la pausa estiva, riprendono con ritmo serrato le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione di via Pascoli. A distanza di diciotto anni dal delitto, la Procura di Pavia sta lavorando a una nuova fase istruttoria che potrebbe rivelarsi decisiva per fare luce sul caso.
Le consulenze tecniche
Il primo esito atteso in Procura è quello della consulenza del Ris di Cagliari, incaricato di elaborare una nuova ricostruzione tridimensionale della scena del crimine. Grazie a sopralluoghi effettuati con droni e laser scanner lo scorso 9 giugno, gli esperti hanno raccolto dati aggiornati per realizzare un modello 3D completo, comprensivo di Bpa (Bloodstain pattern analysis), basata sia sulle misurazioni recenti sia sulle tracce repertate e fotografate nel 2007.
Il deposito della consulenza è previsto per i primi di settembre, tenendo conto della sospensione dei termini nel mese di agosto. Tuttavia, come già avvenuto per altre fasi, la Procura potrebbe non renderla immediatamente disponibile alle parti.
Il ruolo della professoressa Cattaneo
La nuova ricostruzione sarà messa a disposizione dell’antropologa e medico legale Cristina Cattaneo, docente dell’Università degli Studi di Milano, chiamata dalla Procura per offrire una valutazione più ampia sugli elementi raccolti, sia dal punto di vista medico-legale sia sulla scena del delitto.
Intanto si rincorrono le voci di una possibile riesumazione della vittima, ipotesi che non trova ancora conferma ufficiale ma che potrebbe consentire ulteriori accertamenti. “Se la Procura ha nominato questa super-consulente – osserva l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio insieme alla collega Angela Taccia – lavorerà soltanto sulle carte? La riesumazione al momento è solo una mia ipotesi”.
Le prossime tappe
Parallelamente, sono attese nuove operazioni peritali nell’ambito dell’incidente probatorio. In particolare, occorrerà verificare l’utilizzabilità del materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima e l’eventuale conferma dell’attribuzione dell’aplotipo Y di “Ignoto 1” all’indagato. Successivamente, l’attenzione si concentrerà anche sulle impronte digitali non ancora attribuite rilevate durante le indagini.
Dopo 18 anni, l’inchiesta sull’omicidio di Garlasco potrebbe dunque vivere settimane cruciali, con il possibile arrivo di elementi nuovi in grado di orientare le valutazioni della Procura e aprire scenari finora inesplorati.
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