NAPOLI - Un vastissimo incendio sta devastando da venerdì uno dei fianchi del Vesuvio. Il fronte del fuoco, lungo circa tre chilometri, ha già distrutto 500 ettari di vegetazione e ha rischiato di raggiungere l’abitato di Terzigno, in provincia di Napoli. Al momento non risultano abitazioni o persone in pericolo immediato, ma la situazione resta critica.
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha chiesto lo stato di mobilitazione nazionale della Protezione Civile, sottolineando la necessità dell’intervento dell’Esercito. L’appello è stato accolto dal ministro Nello Musumeci, che nella serata di ieri ha decretato la mobilitazione straordinaria del Servizio nazionale di Protezione civile. «In questo modo – ha spiegato – consentiamo al nostro Dipartimento di coordinare gli interventi a supporto delle autorità regionali, con il concorso di mezzi e personale provenienti anche da altre regioni».
Un’emergenza ancora aperta
Nella giornata di sabato sono stati impegnati sul fronte del rogo sei Canadair della flotta nazionale e quattro elicotteri regionali, oltre a più di cento operatori tra Vigili del Fuoco, volontari e forze dell’ordine a terra. Grazie a questo imponente sforzo, si sono evitati danni ancora più gravi, ma l’incendio non è stato ancora domato. La preoccupazione principale riguarda un eventuale cambio di direzione del vento, che potrebbe sospingere le fiamme verso zone abitate, come già accaduto nella notte di venerdì.
«Abbiamo vissuto momenti molto critici» ha raccontato Francesco Ranieri, sindaco di Terzigno. «In un primo momento il vento spingeva il fuoco verso l’alto, poi si è diretto verso le abitazioni e abbiamo temuto il peggio. Ma l’intervento tempestivo dei mezzi da terra ha garantito la sicurezza di tutti. Le case distavano ancora qualche chilometro, e non è stato necessario ordinare sgomberi grazie all’ottimo lavoro dei volontari della Regione e dei Vigili del Fuoco, che hanno sorvegliato l’area per tutta la notte».
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