GEMONA DEL FRIULI (UD) – Una confessione agghiacciante scuote il Friuli Venezia Giulia. Lorena Venier, infermiera di 61 anni residente a Gemona, ha ammesso di aver ucciso e fatto a pezzi il figlio Alessandro, 35 anni, in concorso con la compagna di lui, Mailyn Castro Monsalvo, attualmente detenuta nel carcere di Trieste. A entrambe sarà contestata la premeditazione, durante l’udienza di convalida prevista per sabato 2 agosto davanti al Gip.
Il delitto si è consumato il 25 luglio scorso, presumibilmente alla vigilia della partenza della Venier per la Colombia, dove la donna aveva deciso di trasferirsi definitivamente insieme alla nuora e alla nipotina. Una scelta che avrebbe incontrato forti opposizioni all’interno del nucleo familiare, inclusa la stessa Mailyn, secondo quanto riportato dal Messaggero Veneto.
“So che ciò che ho fatto è mostruoso”
La confessione di Lorena Venier è arrivata davanti al pubblico ministero nel corso di un lungo interrogatorio:
“Sono stata io, e so che ciò che ho fatto è mostruoso”, avrebbe detto con voce rotta dal pianto.
A confermare la confessione è stato anche il suo avvocato, Giovanni De Nardo, che ha parlato di una donna “visibilmente scossa per la crudeltà del gesto e per la sua assoluta contrarietà a ogni regola naturale”.
Nel frattempo, l’interrogatorio della compagna del figlio è slittato, a causa di un malore che ha colpito Mailyn nel corso del pomeriggio. La donna è stata trasportata in ospedale per accertamenti. La sua legale, Federica Tosel, ha spiegato che la sua assistita si trovava in uno stato di confusione tale da non poter sostenere alcuna deposizione utile, nemmeno con i suoi stessi avvocati.
Un legame morboso e il timore di perdere l’“altra figlia”
Secondo quanto emerso dalle indagini, il movente potrebbe risiedere in un “legame eccezionale” tra la Venier e la compagna del figlio. L’infermiera avrebbe più volte definito Mailyn “la figlia che non aveva mai avuto”, sottolineando il forte affetto che le legava. Un legame apparentemente ricambiato.
Al centro del dramma familiare ci sarebbe anche la nipotina, figlia della coppia, verso la quale la nonna aveva sviluppato un attaccamento profondo. “Non poteva crescere in quel clima”, avrebbe detto Lorena agli inquirenti, senza però chiarire completamente a cosa si riferisse. Indizi raccolti durante l’inchiesta farebbero pensare a una lunga storia di tensioni familiari, dissapori e forse anche violenze domestiche.
Indagini ancora in corso
Gli inquirenti stanno ora cercando di ricostruire in modo dettagliato la dinamica del delitto e le reali motivazioni che hanno portato a un gesto così estremo. L’omicidio, secondo quanto trapelato, sarebbe stato accuratamente premeditato, e avrebbe preceduto di pochi giorni la presunta partenza della Venier per il Sud America.
Nel frattempo, l’intera comunità di Gemona del Friuli è sconvolta da un delitto che appare inspiegabile nella sua ferocia, aggravato dal coinvolgimento di una madre nei confronti del proprio figlio.

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