MILANO – La Procura di Milano ha acceso i riflettori su un presunto sistema di speculazione edilizia selvaggia, che per anni sarebbe rimasto “indisturbato”, coinvolgendo amministratori, professionisti, imprenditori e membri della Commissione comunale per il paesaggio. Nell’ambito dell’indagine, è emerso anche il nome del sindaco Beppe Sala, iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni e induzione indebita a dare o promettere utilità.
A riportare per primi la notizia sono stati Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa, scatenando immediate reazioni politiche e istituzionali. “Trovo allucinante che il sindaco apprenda da un giornale di essere indagato e non dalla Procura. Si tratta di un metodo inaccettabile,” ha dichiarato lo stesso Sala in una nota al Corriere. Non si è fatta attendere la risposta delle opposizioni: “Sala riferisca oggi in Consiglio comunale. Non si faccia desiderare”, ha affermato Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino.
Le accuse e le richieste di arresto
Al centro dell’inchiesta, coordinata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, ci sarebbero presunti favori e pressioni legati alla nomina di Giuseppe Marinoni alla guida della Commissione per il paesaggio, e le dinamiche legate al progetto di riqualificazione del cosiddetto “Pirellino”, firmato dall’architetto Stefano Boeri per conto del gruppo Coima di Manfredi Catella.
I magistrati hanno chiesto sei misure cautelari, tra arresti domiciliari e carcere. Tra i nomi più rilevanti:
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Giancarlo Tancredi, ex dirigente comunale e poi assessore alla Rigenerazione urbana, accusato di corruzione, falso e induzione indebita. Per lui chiesti i domiciliari.
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Manfredi Catella, imprenditore e fondatore di Coima, anche lui per i domiciliari. In una nota, ha dichiarato: “La trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo, e avremo modo di affermarlo con determinazione.”
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Giuseppe Marinoni, definito dagli inquirenti “faccendiere e lobbista”, per cui è stato chiesto il carcere.
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Alessandro Scandurra, architetto e componente della Commissione, anche lui destinatario di una misura cautelare.
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Andrea Bezziccheri (Bluestone) e Federico Pella (J+S), rispettivamente immobiliarista e manager, anch’essi nel mirino degli inquirenti.
Secondo gli atti dell’indagine, Marinoni avrebbe avuto un ruolo centrale nel condizionare le decisioni della Commissione per favorire determinati progetti immobiliari, anche grazie a rapporti personali e politici con altri protagonisti del sistema.
Un terremoto politico e giudiziario
L’inchiesta scuote profondamente il Comune di Milano e la giunta guidata da Sala, a pochi mesi dalle elezioni europee e mentre la città è al centro di grandi trasformazioni urbanistiche. Il coinvolgimento del sindaco, anche solo a livello investigativo, rappresenta un colpo durissimo all’immagine di trasparenza e innovazione che ha caratterizzato il suo mandato.
Il caso Pirellino, simbolo della Milano che cambia, si trasforma così in epicentro di uno scandalo che potrebbe allargarsi ulteriormente nei prossimi giorni, mettendo in discussione non solo progetti, ma anche equilibri politici e amministrativi consolidati.
L’attenzione ora si sposta in aula e nei prossimi atti della magistratura. Con una certezza: la città osserva con preoccupazione l’evolversi di una vicenda che rischia di cambiare volto al suo futuro.
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