BRESCIA – Un boato, poi le fiamme. È stato un attimo quello in cui, nella tarda mattinata del 22 luglio, un ultraleggero è precipitato sulla Corda Molle, all’altezza dello svincolo di Azzano Mella, snodo cruciale tra le autostrade A4 e A21. A bordo del velivolo, partito poco prima da Gagnano Trebbiense, in provincia di Piacenza, c'erano Sergio Ravaglia, 75 anni, avvocato milanese, e la compagna Anna Maria De Stefano, 50 anni: entrambi sono morti carbonizzati nello schianto.
L’impatto si è verificato intorno alle 12 e solo per miracolo non ha coinvolto altri veicoli in modo grave. In quel momento, infatti, stavano transitando due auto: i conducenti, pur attraversando un denso muro di fumo e fiamme, sono riusciti a mantenere il controllo, riportando solo ferite lievi.
La dinamica: volo basso, poi la picchiata verticale
Secondo le prime ricostruzioni, il velivolo volava a quota molto bassa ma non dava apparenti segnali di emergenza. Un testimone oculare ha raccontato così i momenti prima della tragedia:
“Volava basso, ma non sembrava in difficoltà. Improvvisamente si è avvitato su se stesso e poi è precipitato di muso, in verticale, come se avesse perso il controllo. È esploso subito dopo l’impatto”.
L’ultraleggero è caduto nel mezzo della carreggiata, prendendo fuoco all’istante e bloccando per ore la viabilità tra i due collegamenti autostradali, in un’area ad altissimo traffico.
Le indagini: aperto fascicolo per omicidio colposo
La Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, per chiarire le dinamiche e le eventuali responsabilità dell’accaduto. Il procuratore della Repubblica, Francesco Prete, ha dichiarato:
“In base alle prime informazioni, per questo tipo di ultraleggeri non esistono procedure obbligatorie da rispettare prima del decollo o durante il volo”.
Al vaglio degli inquirenti anche le condizioni del velivolo, la presenza di eventuali anomalie meccaniche e la traiettoria di volo, oltre alle comunicazioni radio, se presenti. Ancora ignota la destinazione finale della coppia.
Il cordoglio e la paura
L’incidente ha inevitabilmente scosso l’opinione pubblica. In molti parlano di una tragedia evitata per pochi metri, considerando l’alta frequentazione del tratto autostradale e la possibilità che il velivolo colpisse in pieno un’auto o finisse contro un mezzo pesante.
I soccorsi sono intervenuti rapidamente, ma per i due occupanti non c’è stato nulla da fare. I vigili del fuoco, il 118, la polizia stradale e la guardia di finanza hanno operato per ore tra le macerie e le lamiere contorte dell’aereo, per mettere in sicurezza la zona e consentire la riapertura del tratto stradale.
Prossimi passi
Nei prossimi giorni saranno effettuate perizie tecniche sul relitto e raccolte testimonianze aggiuntive. Solo l’analisi dei dati potrà chiarire cosa sia successo in quei secondi fatali. Intanto, la magistratura resta concentrata sull’identificazione delle cause e su eventuali falle nel sistema di sicurezza legato all’aviazione ultraleggera.
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