Ucraina sotto attacco: record di 537 tra droni e missili in una sola notte. Colpite anche le regioni occidentali. Kiev perde un F-16

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KYIV
– Nella notte tra il 27 e il 28 giugno, la Russia ha lanciato un attacco senza precedenti sull’Ucraina, utilizzando 537 tra droni e missili in quello che le autorità definiscono un "attacco combinato su larga scala". A confermarlo è stata l’Aeronautica ucraina, mentre esplosioni sono state segnalate in diverse città del Paese, anche in aree distanti dalla linea del fronte.

Le regioni di Leopoli, Ivano-Frankivsk, Cherkasy, Kiev e Zaporizhzhia sono state pesantemente colpite. A Leopoli, secondo l’Aeronautica ucraina, si è abbattuto un elevato numero di missili da crociera, mentre a Cherkasy il governatore ha segnalato almeno tre feriti e danni gravi a infrastrutture civili.

In risposta agli attacchi, anche le forze armate polacche hanno attivato la difesa aerea e fatto decollare caccia da intercettazione, considerata la prossimità dei raid al confine con la Polonia. La minaccia ha dunque superato i confini ucraini, alimentando la tensione in tutta l’Europa orientale.

Durante la difesa da questi attacchi, Kiev ha confermato di aver perso un caccia F-16. Il pilota, impegnato in missione di respinta contro i droni e i missili russi, è morto. È la terza perdita di un F-16 per l’Ucraina dall’inizio della guerra, come riferito dallo stato maggiore ucraino al Guardian.

Su X, il presidente Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello alla comunità internazionale:

“In 7 giorni 114 missili, 1.270 droni e 1.100 bombe plananti. Putin vuole continuare la guerra. Serve pressione”.

Intanto, da Mosca arrivano toni di sfida. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver colpito impianti dell’industria bellica e raffinerie di petrolio, obiettivi ritenuti “strategici”.

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha commentato le sanzioni occidentali affermando:

“È impossibile spingere la Russia ai colloqui con nuove sanzioni: più saranno gravi, più seria sarà la risposta di Mosca”.

Intanto, Yuri Ushakov, consigliere per la politica estera del Cremlino, ha rivelato che un possibile incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump è “oggetto di discussione” con Washington, anche se al momento non vi sarebbe ancora nulla di operativo.

In visita in Kirghizistan, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato l’Occidente di “voler riportare l’Europa a un passato imperialista”, attaccando direttamente Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Ha inoltre tracciato un parallelismo provocatorio tra i “nazisti tedeschi” e quelli che ha definito “nazisti ucraini moderni”, accusandoli di voler schiavizzare chi non si piega.

Mentre le diplomazie restano immobili e le tensioni salgono, l’Ucraina continua a pagare un prezzo altissimo sotto le bombe.

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