Medio Oriente in fiamme: l’Iran attacca Israele, esplosioni a Tel Aviv e Gerusalemme. Colpiti oltre 200 obiettivi in Iran


TEL AVIV – È in corso una drammatica escalation militare tra Iran e Israele. Dopo l’attacco massiccio lanciato da Israele nella notte contro il territorio iraniano, Teheran ha risposto con un contrattacco su vasta scala: oltre 100 missili sono stati lanciati verso lo Stato ebraico, provocando forti esplosioni a Tel Aviv, Gerusalemme e altre città israeliane.

Nel centro di Tel Aviv si segnala una grande colonna di fumo dopo una violenta esplosione. Secondo fonti mediche locali, ci sarebbero danni e diversi feriti, anche se il bilancio ufficiale non è ancora stato reso noto. Il comando militare israeliano (IDF) ha invitato la popolazione a rifugiarsi nei shelter antiaerei, diramando l’allerta rossa su buona parte del Paese.

Khamenei: "Israele non ne uscirà indenne"

Poco dopo le prime esplosioni, la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha parlato alla nazione con toni durissimi: "Israele ha scelto il confronto diretto. Non ne uscirà indenne. Questa è solo la prima risposta". Il nuovo capo dei Pasdaran ha affermato che "verranno aperte le porte dell’inferno" per Israele.

Israele: “Attaccati oltre 200 obiettivi in Iran”

L’IDF ha confermato che nella notte sono stati colpiti oltre 200 obiettivi strategici in Iran, tra cui siti militari e infrastrutture nucleari, tra cui anche il centro di Natanz, provocando centinaia di vittime. Tel Aviv sostiene che l’operazione era "calcolata e necessaria" per fermare l’avanzata del programma nucleare iraniano.

Risposta internazionale: timori di guerra su larga scala

Il presidente Trump ha commentato dicendo: "L’Iran forse ora negozierà seriamente", pur dichiarando che gli Stati Uniti non sono coinvolti nell’operazione. In precedenza aveva ammesso che Washington "sapeva tutto dell’attacco israeliano".

Il Cremlino ha condannato le azioni di Israele. Putin, in contatto telefonico con il premier Netanyahu e il presidente eletto iraniano Pezeshkian, si è offerto come mediatore per evitare una guerra regionale.

Anche il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha confermato il rinvio della Conferenza Onu sui Due Stati, a causa della crisi in corso. Il premier britannico Starmer, il cancelliere tedesco Merz e lo stesso Macron hanno rivolto un appello congiunto alla de-escalation immediata.

Italia: riunione d’urgenza a Palazzo Chigi

Il governo italiano ha convocato una riunione straordinaria. Palazzo Chigi ha dichiarato che "lavoriamo per la de-escalation e per garantire la sicurezza dei cittadini italiani". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la posizione del dialogo e l’urgenza di fermare il conflitto.

Situazione in evoluzione

Nel frattempo, secondo fonti militari statunitensi riportate dal New York Times, navi americane sono state posizionate per proteggere Israele e le truppe Usa in Medio Oriente. Le prossime ore saranno decisive per comprendere se si va verso un conflitto regionale o se vi saranno spiragli per una mediazione diplomatica.

Il mondo resta con il fiato sospeso.

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