Nuova e gravissima escalation nel conflitto tra Israele e Iran: Teheran lancia un attacco missilistico contro un centro del Mossad, mentre Tel Aviv rivendica l’eliminazione del comandante Ali Shadmani. Intanto, Washington corre ai ripari.
TEHERAN – TEL AVIV – La spirale di violenza tra Iran e Israele ha raggiunto un nuovo e inquietante livello. Secondo quanto riferisce l’agenzia russa Tass, citando la fonte iraniana Tasnim, l’Iran ha colpito con missili un presunto quartier generale del Mossad nei pressi di Tel Aviv, come rappresaglia per l’uccisione, da parte di Israele, del comandante militare iraniano Ali Shadmani.
Shadmani era stato nominato appena una settimana fa al vertice del comando operativo iraniano, subentrando a Gholamali Rashid, anch’egli ucciso dalle Forze di Difesa Israeliane (Idf). L’operazione israeliana, condotta nelle scorse ore nel cuore di Teheran, ha preso di mira il centro di comando d’emergenza Khatam al-Anbiya, eliminando il massimo stratega militare iraniano.
Israele: “Presto nuove operazioni in altre zone dell’Iran”
Nel frattempo, cresce l’allerta militare: il generale Binder, capo della Direzione dei Servizi segreti militari israeliani, ha dichiarato agli ufficiali dell’Idf che “presto verranno avviate nuove operazioni in altre aree dell’Iran”, sottolineando che l’Idf “ha spianato la strada fino a Teheran”. Un’affermazione che lascia presagire un ulteriore ampliamento del conflitto.
Teheran: “Finita ogni trattativa. Ora resta solo la distruzione d’Israele”
La retorica in Iran si è ulteriormente inasprita. Il quotidiano Kayhan, noto per essere vicino alla Guida Suprema Ali Khamenei, ha pubblicato un editoriale che segna una rottura definitiva con ogni ipotesi di negoziato. “La condizione per mettere fine alla guerra non è un cessate il fuoco, né pressioni diplomatiche o ritirate tattiche. La guerra finirà solo con la completa distruzione di Israele”, si legge nel testo. Secondo il sito dell’opposizione Iran International, Kayhan scrive “sotto la diretta supervisione dello staff della Guida Suprema”.
In questo contesto, anche le fazioni più moderate sembrano compattarsi con il regime. Il fronte riformista, legato all’ex presidente Mohammad Khatami, ha dichiarato: “L’Iran è sotto attacco. La priorità nazionale è la difesa della patria da Israele”.
Stati Uniti: dichiarazione congiunta e vertice d’urgenza
Di fronte al precipitare della situazione, il presidente degli Stati Uniti ha firmato una dichiarazione congiunta per la ripresa dei negoziati tra Israele e Iran, sebbene le prospettive appaiano ormai remote. A seguire, ha convocato il Consiglio per la Sicurezza Nazionale a Washington e lasciato a sorpresa il vertice internazionale in Canada, segno della gravità percepita dell’attuale crisi.
Una crisi senza precedenti
La fase attuale del conflitto segna una svolta drammatica e senza precedenti. L’Iran risponde con la forza alle operazioni israeliane, che continuano a colpire il cuore della catena di comando di Teheran. Le speranze di mediazione diplomatica sembrano ridotte al minimo, mentre cresce il rischio che il confronto si estenda ben oltre i confini dei due Paesi, trascinando con sé l’intera regione mediorientale e non solo.
0 Commenti