PRATO – Continuano senza sosta le indagini sulla misteriosa scomparsa di Maria Denisa Adas, la 30enne romena svanita nel nulla nella notte tra il 15 e il 16 maggio a Prato. La donna, che si era trasferita da Roma in Toscana per svolgere attività di escort, potrebbe essere stata rapita da una banda di connazionali. È questa l’ipotesi investigativa che prende sempre più corpo nelle ultime ore.
L’ipotesi del sequestro
Le autorità giudiziarie, sulla base di interrogatori e testimonianze, ritengono che Adas possa essere stata sequestrata non per un riscatto economico, ma per imporre condizioni non ancora chiarite. Un elemento inquietante è emerso il 22 maggio, quando la Procura di Prato ha emesso un decreto di perquisizione e sequestro nei confronti della madre della vittima, anch’essa romena, e ora indagata per false dichiarazioni al pubblico ministero.
Il ruolo della madre e i contatti con un avvocato
Secondo quanto riportato dalla Procura, la madre avrebbe omesso di riferire agli inquirenti il contatto avuto con un avvocato italiano, che l’avrebbe chiamata su un secondo telefono non dichiarato. Durante la perquisizione notturna nell’abitazione della donna a Roma, i Carabinieri hanno sequestrato l’apparecchio, sul quale sono stati trovati effettivi contatti telefonici con l’uomo.
L’avvocato, secondo fonti investigative, avrebbe dichiarato di sapere dove si trova Denisa, sostenendo che la donna sarebbe viva e trattenuta da alcuni suoi clienti. Si sarebbe anche offerto come mediatore per il rilascio, dichiarando di agire “a titolo gratuito”. La madre, però, non ha riferito nulla di tutto questo agli investigatori.
Testimonianze scioccanti
Una delle amiche più strette di Denisa ha riferito alla Polizia che la giovane sarebbe stata “presa e seviziata, le hanno buttato giù tutti i denti”. Tali dettagli le sarebbero stati comunicati direttamente dalla madre della scomparsa. Sebbene non vi siano riscontri concreti sulle presunte torture, la testimonianza è considerata attendibile dagli inquirenti.
Gli ultimi momenti e l’esclusione dell’allontanamento volontario
L’ultima persona ad aver parlato con Maria Denisa è stata proprio la madre, in una telefonata avvenuta intorno alle 23 del 15 maggio. La ragazza si trovava a Prato, nei pressi del residence dove alloggiava e riceveva i clienti. Il giorno successivo, non ricevendo più notizie, le amiche hanno iniziato a cercarla e una di loro ha lanciato un appello via social parlando di “una situazione gravissima”.
Nel frattempo, la Polizia ha ispezionato l’auto della donna, parcheggiata nel cortile del residence. All’interno sono stati trovati tutti i suoi documenti, incluso il passaporto, elemento che esclude un allontanamento volontario.
Indagini estese oltre la Toscana
Il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, ha dichiarato che le piste investigative restano molteplici e potrebbero estendersi oltre i confini toscani. Al momento, nessuna ipotesi viene esclusa e gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire ogni minimo dettaglio che possa far luce su questa inquietante sparizione.
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