Nuntio vobis gaudium magno… Ecco come funziona il Conclave

FRANCESCO GRECO. ROMA – Quello che il Conclave si appresta a eleggere a partire da mercoledì 7 maggio (ore 16.30) sarĂ  il 287mo Pontefice della storia secolare della Chiesa cattolica.

C’è chi prevede, per la fumata bianca, tempi brevi, chi, invece, lunghi tante sono le “anime” e le aggettanze sulla scena in questo delicato momento storico.

Nei passati Conclavi, il numero dei Cardinali era di 120, ma Papa Francesco si è preso molte deroghe (per rappresentare meglio tutte le aree del mondo), portandoli a 135. Meno Becciu (in attesa di giudizio) che si è chiamato fuori e un altro che non ci sarà per motivi di salute, a oggi (ma potrebbero esserci ancora delle variazioni) sono 133 i potenziali elettori.

Gli over 80 sono presenti ma non hanno diritto di voto. Maggioranza qualificata: quorum a 88 (due terzi dell’assemblea).

Ma quali sono i meccanismi del Conclave (cum clave, con la chiave)?

E’ tutto scritto nell’”Universi Dominici Gregis”, la Costituzione apostolica che ispira il Collegio Cardinalizio e regola sia la Sede Vacante che il successivo Conclave.

Fu emanata da San Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996, poi ci mise mano, anni dopo (2013), anche Benedetto XVI (curiosamente, ancora il 22 febbraio).

E dunque, sistemata la Cappella Sistina, con una nuova stufa collegata al caminetto da dove le schede bruciate diranno alla piazza quel che accade, si parte il 7 maggio.

Di buon mattino, a San Pietro, celebrazione della messa votiva “pro eligendo Papa”. Pomeriggio: riunione alla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico.

Da lì i Cardinali muoveranno in processione verso la Cappella Sistina. Ci saranno anche persone non comprese nel Conclave. I Cardinali giurano sulla Bibbia. Il giuramento li impegna al segreto su quanto si dirà e accadrà nella sessione.

A questo punto, l’arcivescovo Diego Ravelli dirĂ  le due famose parole che ufficialmente apriranno i lavori: “Extra Omnes!” (Fuori tutti). E chiuderĂ  a chiave la Cappella Sistina.

Il protocollo prevede successivamente l’appello del Cardinale Raniero Cantalamessa: chi non lo ricorda il sabato pomeriggio sulla RAI? E’ stato per circa 40 anni predicatore della Casa Pontificia: il Collegio dei Cardinali lo ha incaricato della seconda meditazione prevista appunto dall’“Universi Dominici Gregis”.

A questo punto, sia il Cappuccino che Ravelli lasceranno la Cappella avendo superato gli 80 anni.

Hanno inizio le operazioni preliminari per le votazioni: ne sono previste quattro al giorno, due al mattino, due al pomeriggio. Si procederĂ  con la prima in calendario.

Il Conclave sarà presieduto dal Cardinale Pietro Parolin (il Cardinale e Arcivescovo Giovanni Battista Re, decano, è ultra novantenne). Mentre il Cardinale Kevin Joseph Farrell (irlandese trapiantato negli USA), nel ruolo di camerlengo, veglierà affinché le operazioni di voto si svolgano in piena correttezza e riservatezza (coadiuvato da tre colleghi pro tempore).

In questa fase saranno riammessi il maestro delle celebrazioni e alcuni cerimonieri che distribuiranno a ogni elettore due o tre schede.

Successivamente, si estraggono a sorte tre scrutatori e altri tre col compito di prendere le schede di probabili elettori impossibilitati a votare per motivi di salute e residenti a Santa Marta e ancora tre revisori.

La suddetta Costituzione spiega che la scheda deve essere di forma rettangolare, nella zona in alto portare la scritta “Eligo in Summum Pontificem”. Il nome prescelto dall’elettore sarĂ  scritto nella zona in basso.

Questa operazione avviene mentre i Cardinali saranno lasciati completamente soli. Gli elettori quindi sfileranno davanti all’urna e depositeranno la scheda votata.

Ma prima di farlo, altra formula di giuramento, contenuta in questa frase: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherĂ , che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”.

Si controlla che le schede corrispondano al numero reale dei votanti. E si va avanti con lo scrutinio: sarĂ  eletto chi avrĂ  ottenuto, come detto, i due terzi dei consensi.

Se nessun Cardinale avrĂ  toccato tale risultato, allora le schede saranno bruciate nella stufa che ha collegato un comignolo posto sopra al tetto. L’aggiunta di una particolare sostanza darĂ  al fumo che uscirĂ  il colore nero.

Il pomeriggio del 7 maggio è in calendario solo una votazione: Romani, pellegrini e turisti potranno osservare, in Piazza San Pietro, il colore della prima fumata.

L’8 si ricomincia di buon mattino. Come giĂ  accennato, sono previste due votazioni al mattino e due al pomeriggio. In caso di mancata elezione però le fumate saranno solo due: una al mattino e una al pomeriggio.

Dopo tre giorni, e cioè 9 votazioni, se il Papa ancora non c’è, il Conclave ferma i lavori per un giorno. E’ previsto dalla Costituzione. E tanto per consentire ai Cardinali di chiudersi in preghiera per concentrarsi sul proprio non facile compito.

Si riprende con altre votazioni, cioè due giorni.

Se il nome tarda ad arrivare, a trovare una sintesi, altra pausa di un giorno. E altra ripresa con altre chiamate. Se ancora il nome non c’è, terza pausa.

Fino a 33 votazioni. Poi si cambia metodo: vanno al ballottaggio i due Cardinali piĂą votati, ma resta sempre la maggioranza qualificata dell’assemblea (i due nomi al ballottaggio non votano).

Appena uno dei due tocca il quorum, si chiede al prescelto: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?». Se la risposta è “Si”, allora si aggiunge: «Come vuoi essere chiamato?».

A questo punto si bruciano le schede, ed ecco la fumata bianca.

Può succedere che il Cardinale rifiuti, per vari motivi (incapacitĂ  fisiche o mentali, pressioni politiche o ecclesiastiche, scandali, desiderio di una vita contemplativa: in passato è successo piĂą volte). E può accadere anche dopo l'inizio del Pontificato In caso affermativo, il prescelto è condotto nella «Stanza delle Lacrime», dove sono state approntate tre taglie di vesti bianche: qui indosserĂ  quella che meglio gli si attaglia.

Nel frattempo, il Cardinale protodiacono va alla Loggia centrale e annuncia al mondo: «Habemus Papam», aggiungendo il nome del Cardinale e quello che intende prendere.

Il nuovo Papa allora si reca anche lui alla Loggia di Piazza San Pietro per la prima benedizione Urbi et Orbi.

Per la Storia: nel 1958 Giovanni XXIII fu eletto dopo 5 fumate nere, nel 1963 Paolo VI dopo solo 2, Giovanni Paolo I nel 1978 dopo appena una; dopo 3 fumate nere Giovanni Paolo II (sempre nel 1978), Benedetto XVI dopo 2 e, infine, Bergoglio, nel 2013, dopo 4.

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