TORINO - Un’organizzazione criminale “itinerante”, ben strutturata e operativa tra Palermo e Torino: è questa la fotografia emersa dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino, che, con il supporto della Compagnia di Palermo Piazza Verdi, hanno eseguito lo scorso 15 aprile un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque uomini, tutti italiani, di età compresa tra i 30 e i 50 anni.
I cinque sono sospettati di aver messo a segno due rapine tra febbraio e marzo 2024 ai danni di due filiali bancarie situate rispettivamente a Osasio e Moncalieri, in provincia di Torino. Il bottino complessivo supera i 110 mila euro in contanti. A rendere ancor più eclatante il caso è il modus operandi della banda: niente armi, ma maschere realistiche in gomma per celare l’identità e una pianificazione meticolosa.
Il colpo perfetto (quasi)
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Torino e supportate dalle immagini di videosorveglianza pubblica e privata, il gruppo avrebbe viaggiato in maniera separata dalla Sicilia al Piemonte per non destare sospetti. Giunti a Torino, si appoggiavano a una rete logistica locale che forniva supporto durante l’operazione.
La banda era suddivisa in esecutori materiali e basisti. Prima di ogni colpo venivano effettuati numerosi sopralluoghi per studiare ogni dettaglio della banca da colpire: orari, movimenti, accessi, tempistiche di apertura e chiusura delle casse. Le rapine erano realizzate con un’auto rubata e targhe contraffatte, e dopo la spartizione del bottino i criminali rientravano in Sicilia con un’altra vettura, non riconducibile a nessuno di loro.
Maschere, velocità e anonimato
Uno degli elementi più particolari è l’utilizzo di maschere in gomma, verosimilmente ispirate a personaggi di fantasia, per nascondere i volti durante le rapine. Un modo per non destare sospetti e confondere le testimonianze oculari.
A inchiodare i presunti autori è stata una meticolosa attività investigativa che ha permesso di ricostruire i movimenti del gruppo, definire i ruoli e recuperare gran parte del denaro sottratto.
Gli arresti
Quattro dei cinque uomini sono stati arrestati e condotti presso la casa circondariale “Pagliarelli-Lorusso” di Palermo, mentre il quinto, già detenuto per altra causa, è stato raggiunto dalla misura cautelare presso il carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Si tratta di uno dei due uomini di 48 anni coinvolti.
L’ordinanza è stata emessa nella fase delle indagini preliminari, motivo per cui nei confronti di tutti gli indagati vige ancora la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.
Una banda "senza pistole", ma altamente organizzata
Il caso evidenzia ancora una volta come la criminalità organizzata possa evolversi, puntando su strategie “low profile” e senza uso della forza, ma con una straordinaria capacità logistica e pianificazione. Il colpo non perfetto, ma di certo ingegneristico. E ora tocca alla giustizia fare il suo corso.
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