BARI - Vincenzo Coviello, 52enne di Bitonto ed ex dipendente di Intesa Sanpaolo, è al centro di un’inchiesta che ha scosso il mondo bancario. Accusato di aver effettuato accessi non autorizzati ai conti bancari di migliaia di clienti, Coviello avrebbe agito per pura curiosità , nonostante le giustificazioni iniziali addotte.
Il primo accesso abusivo risale al 12 ottobre 2023, quando Coviello controllò i movimenti bancari della moglie di suo cognato. Inizialmente, l’uomo si giustificò di fronte al suo ex direttore di Intesa Sanpaolo parlando di un "errore di digitazione" durante la gestione dei plafond delle carte dei clienti. “Ho rispettato le regole sulla privacy”, aveva dichiarato in quella fase. Tuttavia, con il proseguire delle indagini e l'emergere di ulteriori violazioni, Coviello modificò la sua versione, ammettendo di aver agito "per mera curiosità ".
Le indagini hanno rivelato che l'interesse di Coviello per i segreti bancari delle persone è diventato una sorta di ossessione, con accessi che andavano ben oltre la sfera familiare. Tra i suoi "bersagli" non solo parenti, come la madre e la moglie, ma anche personaggi di spicco della società , tra cui politici, sportivi (in totale 77), e persino abitanti di Bitonto. Tra le persone spiate figura anche un suo omonimo, primario del Policlinico di Bari, che ha dato il via all'inchiesta segnalando l'accesso abusivo ai suoi dati.
Uno degli episodi più eclatanti riguarda l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, il cui conto bancario è stato violato da Coviello. In tutto, le indagini hanno rilevato che Coviello ha effettuato 6.637 accessi illeciti, colpendo 3.572 clienti distribuiti in 679 filiali tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024. Tra le persone spiate figurano anche 73 colleghi della stessa Intesa Sanpaolo.
Dopo i primi sospetti, Coviello è stato allontanato dalla banca nel maggio 2024, per poi essere ufficialmente licenziato l’8 agosto dello stesso anno. In sua difesa, i legali di Coviello hanno impugnato il licenziamento, citando una diagnosi di "disturbo di adattamento misto", attestato da uno psicologo, nel tentativo di giustificare il suo comportamento e evitare ulteriori conseguenze disciplinari.
Coviello ha dichiarato di non essere stato pagato o incaricato da nessuno e di aver distrutto tutte le informazioni illecitamente raccolte. Tuttavia, ora è indagato dalla Procura, che lo accusa di accesso abusivo ai sistemi informatici e di tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. L’inchiesta prosegue, con l'obiettivo di fare luce su tutti gli aspetti della vicenda e stabilire eventuali responsabilità penali.
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