Si è appena conclusa la prima wave dell’Osservatorio "Occupiamoci di uomini - La salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione" dell’Università di Pavia, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e SIAMS, Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità e con il supporto di Cooper Consumer Health.
Questo studio arriva in un momento cruciale, con il cambiamento nell’approccio al trattamento della disfunzione erettile grazie all’introduzione nelle farmacie di un nuovo dispositivo medico ad uso locale in gel, disponibile senza necessità di ricetta. Dopo 25 anni dalla commercializzazione dei primi trattamenti orali per l’impotenza maschile, questo nuovo prodotto rappresenta un’innovazione significativa.
Presentato a Milano nel mese di giugno, il progetto di ricerca dell'Università di Pavia si configura come un dialogo aperto e continuativo tra oltre 100 professionisti ed esperti sul tema, provenienti da vari settori. Questa formula dialogica ha permesso di raccogliere e analizzare nuovi dati emersi recentemente. In particolare, le interviste ai medici specialisti hanno rivelato che gli uomini italiani tendono a trascurare la prevenzione sessuale e non si rivolgono agli andrologi e urologi con la stessa frequenza con cui le loro compagne consultano i ginecologi.
L'infografica con due casi emersi
"Gli uomini italiani – ci dicono andrologi, urologi e sessuologi italiani - si occupano della salute sessuale solo quando c’è un’urgenza, quando diventa inevitabile. Cosa che accade più spesso dopo i 50 anni. Ma ci sono molte fasi intermedie che si possono vivere serenamente e seguiti da personale competente che faccia prevenzione concretamente" spiega il prof. Flavio Antonio Ceravolo, associato di Sociologia e direttore del progetto di ricerca sulla salute sessuale maschile.
Per spiegare concretamente come gli uomini in Italia si relazionano con la propria salute sessuale presentiamo due casi di studio completamente anonimi. "Prendiamo due esempi clinici che ci sono stati descritti dal personale medico durante le interviste – continua il prof. Ceravolo – e cerchiamo di capire e far capire come cambia la risoluzione di una disfunzione erettile e la qualità della vita di chi lascia davanti a sé aperte tutte le opzioni di cura possibili".
CASO 1 – Mario (nome di fantasia) ha 50 anni e lavora come impiegato in un ufficio contabile. Ha una famiglia con moglie e due figli. È sempre stato amante dello sport, ma da qualche anno un po’ per gli impegni di lavoro, un po’ perché non riesce più tanto fisicamente, ha abbandonato l’idea di continuare a giocare a tennis, nonostante fosse molto preso da quello sport. Sul piano psicologico, Mario è una persona introversa e riservata. Non ama parlare dei suoi problemi personali e ha una forte etica del lavoro. È molto dedito alla sua famiglia, ma quando si tratta di salute sessuale, prova un senso di vergogna e timore. Questo lo ha portato a procrastinare le visite andrologiche per anni. La paura del giudizio e il timore di dover affrontare un problema serio lo hanno bloccato. Cresciuto in un'epoca in cui la sessualità era un tabù, Mario non ha mai ricevuto una vera educazione sessuale. Di conseguenza, si è sempre sentito a disagio nel discutere di questi argomenti. Da molti anni, Mario è sposato, ma i recenti problemi di salute sessuale hanno creato una certa distanza tra lui e la moglie. La sua paura di affrontare il problema ha finito per influenzare negativamente la loro relazione. Ora Mario è determinato a fare qualcosa: vuole prenotare una visita andrologica il prima possibile, informarsi sui trattamenti disponibili e cercare supporto emotivo per affrontare questa nuova fase della sua vita. Mario rappresenta una generazione in cui la sessualità era spesso considerata un argomento tabù. Questo contesto culturale ha contribuito alla sua riluttanza a parlare dei suoi problemi e a cercare aiuto tempestivamente. Nonostante la sua introversione e riservatezza, il supporto della moglie è stato cruciale nel suo percorso di guarigione. Questo evidenzia come la comunicazione e il sostegno all'interno della famiglia possano essere determinanti per superare problemi di salute. La decisione di Mario di prenotare una visita andrologica dopo anni di procrastinazione mostra quanto sia importante affrontare i propri problemi di salute, anche quando sembrano imbarazzanti o spaventosi. Attraverso l'adozione di nuove abitudini salutari e il supporto psicologico, Mario è riuscito a migliorare non solo la sua salute sessuale, ma anche il rapporto con la sua famiglia, dimostrando che affrontare i problemi può portare a miglioramenti complessivi nella qualità della vita.
CASO 2 – Luca (nome di fantasia) ha 25 anni, è un giovane pieno di energia e vitalità. È in ottima forma fisica, grazie alla sua passione per lo sport. La sua salute generale è eccellente, ma di tanto in tanto sperimenta difficoltà di erezione dovute a stress e ansia. Luca è una persona estroversa e socievole, con una mentalità aperta e curiosa. È ben informato su molti argomenti e non ha paura di discutere di questioni delicate come la salute sessuale. Anche se di solito è sicuro di sé, l'ansia può colpirlo nei momenti di maggiore pressione. Tuttavia, è consapevole delle sue difficoltà e determinato a trovare soluzioni efficaci. Grazie a un’educazione sessuale completa e aperta ricevuta sia a scuola che a casa, Luca ha sviluppato un atteggiamento sano e informato verso la sessualità. Questo lo ha portato a essere proattivo nella gestione della sua salute sessuale, consultando esperti per comprendere meglio le cause dell’ansia e dello stress. Attualmente single, Luca è sempre stato onesto e comunicativo con i suoi partner riguardo alle sue difficoltà e alle sue esigenze. Luca cerca consigli pratici per migliorare la sua salute sessuale attraverso cambiamenti nel suo stile di vita e vuole sentirsi più sicuro e rilassato durante i momenti intimi. La sua apertura e proattività dimostrano l'importanza di un'educazione sessuale adeguata e della prevenzione nella gestione della salute sessuale, anche per i più giovani. Luca è cresciuto in un contesto in cui la sessualità era discussa apertamente, il che gli ha permesso di sviluppare un atteggiamento sano e informato. La prontezza di Luca nel cercare aiuto e fare cambiamenti nel suo stile di vita per gestire l'ansia e lo stress dimostra l'efficacia di un approccio proattivo nella gestione della salute sessuale. La capacità di comunicare apertamente con i suoi partner sulle sue difficoltà mostra l'importanza della trasparenza nelle relazioni. Questo approccio non solo allevia lo stress, ma costruisce anche fiducia e comprensione reciproca. L'impegno di Luca nel sensibilizzare i suoi amici e conoscenti sui temi della salute sessuale evidenzia il ruolo che gli individui possono svolgere nel diffondere conoscenze e abbattere i tabù.
Sintesi dell'infografica. 4 elementi comuni utili da conoscere e far conoscere
Siamo di fronte a due casi ai poli estremi, è evidente la differenza e lontananza su 4 elementi cardine:
- Stato della capacità di dialogo a partire dalla famiglia e dalla cerchia sociale, tra persone di fiducia
- Relazione con medici specialisti al presentarsi di una condizione di natura sessuale
- Sensibilità alla cura di sé e alla prevenzione per sé e per il/la partner
- Educazione sessuale come elemento fondante per l’età adulta
Il prof. Ceravolo e il suo team di lavoro sintetizzano alcuni dei punti più interessanti emersi: "La ricerca ha lo scopo di fornire strumenti di conoscenza e di lavoro a chi deve operare nel settore. L’obiettivo è capire come si possa favorire l’accettazione e la presa in carico di un problema di salute sessuale maschile identificando l’origine degli stereotipi machisti che spesso lo impediscono. La salute maschile non deve più essere un tabù, dobbiamo uscire dalle insidie della mascolinità tossica a cui ormai ci siamo abituati. Ogni uomo dovrebbe sentirsi sereno nel parlarne e nell’informarsi. Come sempre in medicina, peraltro, la tempestiva presa di coscienza di un possibile problema può ridurre i rischi di situazioni pericolose e scongiurare condizioni di solitudine e infelicità che sarebbero davvero evitabili".
L’Osservatorio sulla sessualità maschile e sul suo peso sociologico è un importante strumento di comunicazione perché si torni a parlarne e ad attivare un megafono su una condizione che, ancora prima di essere sanitaria, è culturale. A tal punto che, dalle evidenze dell’Università di Pavia, è necessario coinvolgere nel dibattito anche i Centri Antiviolenza per capire quali chiavi e strumenti vengono messi in atto per disinnescare i risvolti più critici della mascolinità tossica.
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