Le "Grandi Dimissioni" in Italia: 3 sviluppatori su 4 vogliono cambiare lavoro


ROMA
- Negli ultimi anni e soprattutto dopo la pandemia abbiamo assistito ad un fenomeno in veloce aumento anche in Italia che prende il nome di "Great Resignation" (Grandi Dimissioni). Il termine fa riferimento ad una situazione che, stando alle rilevazioni del Ministero del Lavoro, ha portato a più di 2 milioni di dimissioni già nel 2021 e che interessa i lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato e indeterminato. In seguito è stato coniato anche il termine Job Hopping che definisce il fenomeno sempre più frequente di saltare da un lavoro all’altro, simbolo della rivoluzione culturale del nostro tempo che si contrappone all’idea ormai passata di dedicare tutta la vita ad un solo lavoro.

Un settore che non esula da questo fenomeno è quello della tecnologia e a confermarlo sono i professionisti di un ecosistema simbolo del mondo tecnologico: gli sviluppatori di software.
Secondo la ricerca "The State of Software Development in Italy" condotta da BitBoss, software house di Torino, che alla fine del 2022 ha coinvolto più di 800 sviluppatori, è emerso come 3 developer su 4 sarebbero intenzionati o ben disposti a cambiare il proprio posto di lavoro, nel momento in cui dovessero emergere nuove opportunità. Il 31,7% dei developer dipendenti con un regolare contratto di lavoro sarebbe infatti alla ricerca attiva di un posto di lavoro più in linea con le proprie aspettative, mentre il 42,7% si dice aperto ad ogni opportunità che possa portare un miglioramento alla propria vita professionale.
In particolare se ci concentriamo sulla cosiddetta Generazione Z, ovvero sugli sviluppatori dipendenti di età pari o inferiore a 25 anni, il 60,9% ha dichiarato di essere intenzionato a rivedere in qualche modo la propria attuale vita professionale reinventandosi come freelance, imprenditore o semplicemente cambiando azienda. Solo il 6,5% dichiara di non avere l’intenzione di spostarsi dall'attuale luogo di lavoro nel prossimo futuro.
Ogni anno BitBoss pubblica i risultati della propria ricerca The State of Software Development in Italy che, raggiunta la sua terza edizione, vuole tirare le somme di questo 2022 appena trascorso per quanto riguarda l’ecosistema degli sviluppatori di software nel nostro Paese. La ricerca indaga l’ecosistema dal punto di vista della soddisfazione lavorativa, delle tecnologie più utilizzate e in generale dello stato di salute di questo settore. "I dati che abbiamo raccolto non mostrano insoddisfazione da parte degli sviluppatori riguardo al proprio posto di lavoro o alla propria vita professionale" afferma Davide Leoncino, co-founder e responsabile marketing di BitBoss "Al contrario, quasi 8 sviluppatori su 10 si dicono sostanzialmente soddisfatti della propria situazione professionale, tuttavia esiste una forte inclinazione a cercare sempre nuove opportunità e a guardare con favore l’idea di cambiare la propria vita professionale se si presentano le giuste condizioni".

I fattori determinanti: flessibilità lavorativa e stipendi adeguati

Cosa cercano quindi gli sviluppatori e quali sono le condizioni che potrebbero spingerli a dare una svolta alla propria carriera? Il 76,7% degli sviluppatori dipendenti sarebbe disposto a cambiare posto di lavoro se venisse loro offerto uno stipendio più alto, mentre per il 45% le maggiori opportunità di un avanzamento di carriera rappresenterebbero un fattore fondamentale nella scelta. Il 78,4% degli sviluppatori inoltre afferma di valutare molto più positivamente l’offerta di un nuovo lavoro nel caso in cui l’azienda offra la possibilità di lavorare da remoto, anche in forma ibrida. Assumerebbe un ruolo importante anche la qualità del team di lavoro: per 4 sviluppatori su 10, lavorare con un team non adeguato basterebbe per spingerli a cercare nuove opportunità lavorative. Se guardiamo poi al mondo degli sviluppatori freelance, il 79,6% di loro non è disposto a sacrificare la propria libertà in favore di un contratto di lavoro in azienda a tempo indeterminato. La flessibilità di luogo e orario di lavoro è un valore fondamentale per il 76,7% dei developer freelance, mentre la libertà di poter scegliere in autonomia i propri clienti e progetti è imprescindibile per 1 sviluppatore su 2.
"Questo modo di vivere la propria vita professionale è probabilmente legato anche ad una crescente fiducia nelle proprie competenze e in una spiccata capacità di adattamento alle nuove situazioni, molto più accentuata e socialmente accettata rispetto al passato" Continua Leoncino. "Dalla nostra ricerca emerge come il 95,9% degli sviluppatori ritenga, nell'eventualità di abbandonare il proprio posto di lavoro, di avere tutte le competenze necessarie per riadattarsi e per riuscire a trovare una nuova occupazione in breve tempo, anche mettendo in conto un periodo di formazione o di aggiornamento".

La formazione nella vita di uno sviluppatore

La capacità di rimanere al passo con le nuove tecnologie e innovazioni è un tema fondamentale per poter analizzare la grande predisposizione dei professionisti del codice a cambiare la propria vita professionale. "Viviamo in un mondo in cui emergono continuamente nuove tecnologie, nuovi linguaggi di programmazione e nuovi metodi di lavoro e l’84,3% degli sviluppatori che hanno partecipato alla nostra ricerca vede in maniera positiva l’emergere costante di nuove tecnologie, perché trova in esse nuove opportunità di carriera e di crescita professionale".
Il 67% degli sviluppatori cerca di apprendere almeno un un nuovo linguaggio di programmazione o una nuova tecnologia almeno una volta all’anno e quasi il 90% di loro ritiene fondamentale lo studio individuale costante, anche se si ha un impiego fisso e si sviluppa già a livello professionale. In un contesto formativo e di aggiornamento assumono un ruolo centrale le risorse online e le community, che rappresentano un aiuto fondamentale per il 60% degli sviluppatori o i corsi online, utilizzati da 6 developer su 10 per formarsi e aggiornarsi.

Tecnologie: le innovazioni e i linguaggi più amati dagli sviluppatori italiani

BitBoss ha inoltre indagato lo scenario legato ai tipi di applicazioni piu? sviluppate, ai linguaggi e ai framework piu? utilizzati. Lo sviluppo web domina la classifica con un 73,8% di intervistati che dichiara di sviluppare lato back-end e un 65,5% che sviluppa lato front-end. Gli sviluppatori di app mobile raggiungono il 25,1%, mentre chi sviluppa applicazioni legate al gaming raggiunge il 5%. Chiudono la classifica coloro che operano nel mondo del Machine learning (4,5%) e della BI (3,8%).
La maggior parte dei developer intervistati poi dichiara di lavorare su diversi tipi di applicazioni: il 21,6% sviluppa sia web che mobile mentre, se prendiamo a riferimento solo gli sviluppatori web, il 55,3%di loro dichiara di lavorare sia lato front-end che back-end.
Per quanto riguarda i linguaggi, Javascript si conferma il piu? popolare in assoluto, utilizzato dal 68,5% dei developer che hanno partecipato alla ricerca. Seguono HTML/CSS (55,4%), SQL (45,7%), TypeScript (37,5%) e PHP (33,8%).

Il rapporto delle aziende italiane con l’innovazione

"È necessario che le aziende capiscano quali sono i fattori fondamentali che spingono gli sviluppatori a prediligere un posto di lavoro piuttosto che un altro. Non si tratta solamente di una questione economica, ma di garantire una certa flessibilità lavorativa, team di lavoro adeguati e il giusto grado di innovazione" afferma Leoncino.
Secondo la ricerca condotta da BitBoss, un altro fattore da non sottovalutare quando si parla di scelte lavorative riguarda il grado di innovazione dell’azienda e le tecnologie utilizzate: tra gli sviluppatori che non stanno lavorando e che stanno attualmente cercando un’occupazione infatti, il 62,5% di loro ritiene fondamentale nella scelta l’adozione di nuove tecnologie da parte dell’azienda.
Riguardo alla propensione delle aziende ad innovare, più della metà degli sviluppatori intervistati afferma che la propria azienda abbia una buona propensione all’innovazione e questo numero comprende sia i professionisti assunti in grandi società che chi lavora in piccole imprese. I developer tuttavia riconoscono che il principale freno all’innovazione all’interno delle aziende sia la mancanza di tempo e di risorse da dedicare a queste attività, motivazione data dal 58,8% degli intervistati. Il secondo fattore frenante tuttavia sembra essere la mancanza di lungimiranza da parte delle società che sembrano non percepire la necessità di innovare. Quasi 1 sviluppatore su 2 attribuisce ad essa la poca propensione all’innovazione dell’azienda per cui lavora.
"E? necessario sviluppare la cultura dell’innovazione all’interno delle aziende italiane. Cultura che dovrebbe partire dai vertici e propagarsi a cascata fino alla base della piramide aziendale. È necessario entrare nell’ottica che l'innovazione tecnologica e digitale rappresenta un investimento che lascia un segno positivo a lungo termine, in grado di dare alle aziende un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza e che l’investimento in innovazione non è mai uno spreco di risorse" conclude Leoncino.

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