Il Miele di Monteverro: un’esperienza di contaminazione che racconta la filosofia green della cantina


Per la cantina gioiello di Capalbio la sostenibilità non è un vezzo, ma una vera e propria filosofia di vita e di conduzione delle vigne. È seguendo dunque questa vocazione che nella primavera del 2021 ha deciso di ospitare, tra i suoi filari dolcemente adagiati su questa terra autentica che è la Maremma Toscana, dieci alveari, curati dall’azienda biologica Sotto al Poggio.

Una scelta che rappresenta una naturale evoluzione della sua grande attenzione alla vita biologica del suolo e della massima dedizione alla biodiversità e all’equilibrio della vigna. "Le api in vigna, infatti -spiega Matthieu Taunay, enologo di Monteverro- oltre a difendere la biodiversità, sono un importante indicatore della qualità dei territori e della produzione". Amiche dell’ambiente, come già noto, ma anche protettrici di vigne e uva, e importanti rivelatori della salute di un territorio. "Essendo insetti molto delicati vivono esclusivamente in ambienti salubri". La permanenza ormai da oltre un anno tra le vigne di Monteverro e la buona resa in termine di produzione di miele, tanto da far pensare di aumentare gli alveari ospiti, dimostrano come questi territori godano di ottima salute in termini di biodiversità.
Altro motivo di lustro è che proprio recentemente Sotto al Poggio l’azienda di apicoltura che si prende cura delle arnie di Monteverro è stata premiata, in occasione del V Forum nazionale Agroecologia Circolare di Legambiente, come Ambasciatrice dell’Agroecologia.
"Il nostro ruolo fondamentale è quello di creare sensibilità perché attraverso la sensibilità si produce consapevolezza e da lì si possono ottenere delle buone pratiche" ha raccontato Loredana Lucentini di Sotto al Poggio - Orbetello (GR). Trapiantata in Piemonte per alcuni anni, ha fatto poi ritorno a casa, in quel di Orbetello, abbandonando i progetti da architetto, professione per la quale ha studiato, per dedicarsi completamente all’apicoltura. Oggi svolge, con sapienza e passione, l’attività di apicoltrice, producendo e valorizzando il miele come racconto di una filiera consapevole e responsabile.
"Credo sia arrivato il momento di ristabilire un sano equilibrio con la natura nel quale l’uomo è chiamato a donare ciò che fino ad oggi ha tolto e penso alla fertilità dei suoli, alla salubrità delle acque e dell’aria- continua Loredana -Dobbiamo iniziare a pensarci come uomini in un rapporto di equità e non di supremazia, con la consapevolezza di essere solo un piccolo ingranaggio all’interno di un grande sistema. Non si può ricevere senza donare, in natura gli equilibri si mantengono grazie a degli scambi reciproci ed è solo così che il fiore continuerà ad essere fiore e l’ape ad essere ape".
Animo gentile, amore e rispetto per la terra, per i suoi modi e i suoi tempi: una attitude che condivide con la Cantina che ha deciso di ospitare i suoi alveari e che oggi è quanto mai fiera della scelta e del meritato riconoscimento.
"Abbiamo scelto di collaborare con Loredana proprio per questa visione comune -conclude Matthieu- Un vigneto, per quanto coltivato in maniera virtuosa, è pur sempre una monocoltura. La cantina sin dalle origini ha capito l’importanza dell’utilizzo del sovescio e della presenza di altre piante e alberi all’interno della vigna per garantire la biodiversità. Questo premio e la filosofia di Loredana rafforzano ancora di più il nostro legame e ci convincono di aver fatto la scelta giusta per le vigne, per l’uva, per noi stessi e per l’intero sistema". Perché, appunto, come ha detto Loredana, Non si può ricevere senza donare.
Il Miele di Millefiori Monteverro oggi sa raccontare i profumi le storie di un territorio che vogliamo sostenere e valorizzare.

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