La tavola delle imprese: Netcoa incontra le nostre startup internazionali


ROMA
- Si è tenuto lo scorso 30 giugno una nuova sessione del format innovativo di JMI, curato da Netcoa, "La Tavola delle Imprese", appuntamento mensile per il mondo accademico, della ricerca e della cultura, delle startup, delle imprese, degli enti locali.

Hanno partecipato a questa 20° edizione, ultima prima della pausa estiva, rappresentanti di alcune startup innovative associate alla Netcoa, scelte da nord a sud secondo il modello geoeconomico di open innovation ideato, per avere una visione più completa della tematica a livello nazionale: Marco Citro, Ceo e founder della realtà campana Bio Building Block; Maria Cesaria Giordano, Ceo e co founder della startup pugliese Hr Coffee; Alessio Troilo, Ceo della lombarda Uose; Enrico Orrù, Ceo dell’azienda Funnel di Cagliari; Massimo Mearini, Ceo della Beexlab di Perugia che ha ideato il progetto Albicchiere.
Il tema dei lavori "L’Italia, paese di menti illuminate e di scienziati, si confronta con gli operatori internazionali. Testimonianze delle startup negli eventi globali di Dubai, Las Vegas e Parigi" è stato introdotto dal Vice Presidente dell’Associazione Netcoa, che rappresenta le imprese e startup innovative, Raffaello Dinacci, che ha posto l’accento sull’argomento scelto.
Con questa sessione si è voluto approfondire il nuovo modello di internazionalizzazione del Made in Italy, ovvero la partecipazione ai principali eventi globali di settore da parte delle startup innovative, ideatrici di progetti tecnologici avanzati in diversi settori di eccellenza dell’economia italiana.
Le fiere e gli eventi internazionali, tramutando la loro originaria connotazione di strumento di pura promozione e vendita del prodotto/servizio sui mercati, acquisiscono il ruolo di catalizzatori di business idea, promuovendo le iniziative di open innovation, dove poter raffrontarsi con altri operatori e stakeholders e fare networking.
Questi luoghi privilegiati offrono l’opportunità alle imprese ed alle startup di confrontarsi, condividendo conoscenze e competenze per programmare progetti ed iniziative la cui ricaduta è di valenza internazionale.
Sposando, così, questa nuova visione: trasferire il proprio modello di innovazione e ricercare nuove opportunità di networking, interagendo con altri interlocutori per implementare i propri processi innovativi ed attrarre investitori.
Il processo di knowledge delle startup si allinea, quindi, alla novata considerazione del modello fieristico, quale elevazione del grado del sapere e di capacità di relazione del sistema Italia.
Sono state, quindi, scelte per questa 20° Tavola delle Imprese startup protagoniste dei principali appuntamenti internazionali, quali Dubai, Las Vegas e Parigi, dove si sono contraddistinte per i loro progetti esclusivi di innovazione tecnologica. Tali contesti hanno la finalità di incoraggiare investitori ed imprenditori esteri a scoprire come le startup italiane siano attualmente in rapida espansione, fornendo strumenti cruciali per l’innovazione di business che fungono da ponte tra le imprese e il mondo della ricerca.
Il primo intervento è stato quello di Marco Citro, Ceo e founder di Bio Building Block, startup innovativa campana che è intervenuta allo Smau di Parigi, contest europeo dedicato interamente al mondo dell’innovazione, per interagire con il mercato francese.
La Bio Building Block ha creato soluzioni tecnologiche uniche che spaziano in diversi ambiti di applicazione: dal settore del green tech, attraverso la brevettazione internazionale e la sperimentazione in laboratori di ricerca universitari del bio mattone, innovativo modulo costruttivo in legno, di origine naturale, che permette di superare criticità e limiti dei metodi prefabbricati tradizionali; alla sanità digitale dove la mission della azienda è migliorare la qualità della vita dei pazienti con tumori solidi o ematologici attraverso la progettazione e lo sviluppo di una piattaforma che consente la gestione da remoto dei pazienti con tumore, riducendo notevolmente gli oneri gestionali sulle strutture sanitarie e i costi sull'intero sistema sanitario.
Progetti questi che richiamano i valori della sostenibilità, del riciclo, dell’impatto sociale e che hanno permesso alla startup di ottenere importanti riconoscimenti ed attestazioni da parte di organismi internazionali del settore - per cui il dott. Citro si recherà a breve a Londra a ritirare l’ambito premio di una corporate internazionale, a testimonianza delle alte capacità e competenze delle startup italiane - e di vincere bandi ad alta concorrenzialità dedicati alla valorizzazione della proprietà intellettuale, istituiti dal Ministero dello Sviluppo Economico e gestiti dall’Agenzia Invitalia.
Il dott. Dinacci sottolinea come "Bio Buiding Block sia riuscita ad usufruire sapientemente degli strumenti messi a disposizione dal sistema Italia ed in particolare di quelli gestiti da Invitalia, di cui l’Associazione Netcoa è partner – SIS Sistema Invitalia Startup".
L’Agenzia, di fatti, favorisce la nascita e lo sviluppo delle aziende innovative, puntando a sostenerne la competitività sui mercati nazionali ed esteri, attraverso, tra l’altro, azioni e misure mirate alla valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata.
La scienza e l'innovazione tecnologica non vivono in un mondo separato dalla società, ma con diversi livelli di competenza e di interesse, coinvolgono tutte le figure e gli attori sociali nello sviluppo della conoscenza scientifica, nel suo sostegno, nel suo utilizzo.
La testimonianza susseguitasi è quella di Maria Cesaria Giordano, Ceo della startup innovativa HR Coffee, che è intervenuta al CES, convention mondiale di Las Vegas dedicata all’elettronica di consumo. La dott.ssa Giordano sottolinea come la tecnologia possa rivestire un ruolo strategico per piccole e medie imprese, grandi aziende e pubblica amministrazione che mirano ad assumere, impiegare e motivare in modo efficiente il personale, per il raggiungimento degli obiettivi individuali, di squadra e aziendali.
HR Coffee, attraverso l’intelligenza cognitiva e la tecnologia IBM Watson, supporta le imprese nell’individuazione, valorizzazione e promozione dei talenti e della conoscenza da questi prodotta, accompagnando le linee manageriale nel percorso di trasformazione digitale del management, assicurandosi che tutti i dipendenti abbiano gli strumenti e le conoscenze necessarie per confrontarsi con i nuovi processi tecnologici.
La startup, partecipata dalla Exprivia Group, che ha creduto fortemente nel progetto, testandolo in primis sulla propria struttura organizzativa, ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell’Università di Berkeley come migliore startup globale con forte carica disruptive, a riconferma della validità del modello adottato che unisce l’alta tecnologia alla valorizzazione del capitale umano, in un’ottica di cura del personale dipendente.
Proprio per le sue caratteristiche univoche, la startup è stata selezionata, tra gli altri, dall’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, per rappresentare l’Italia insieme ad altre 43 startup innovative all’ultima edizione del Ces di Las Vegas, per il settore intelligenza artificiale e robotica.
La partecipazione agli eventi internazionali - come ribadito dal dott. Dinacci - è uno strumento di crescita dell’eminence del "sistema Italia" nel mondo, con la condivisione di prodotti e soluzioni di successo che dimostrino la forza del nostro modo di fare impresa, della qualità degli imprenditori e dei nostri prodotti e processi produttivi, mantenendo elevata la reputazione del nostro Paese e dei suoi operatori che mostrano le proprie expertise sempre più credibili e desiderabili.
Determinante, quindi, il ruolo di Enti ed organismi regionali e nazionali, come Invitalia, che favoriscono l’informazione, la promozione, la diffusione di opportunità per le aziende italiane di approcciare ai mercati esteri e che sul territorio offrono alle startup innovative percorsi di formazione e di ricerca e sviluppo per diventare maggiormente competitive.
Ed è questo il ruolo che ricoprono gli acceleratori e tutti i soggetti che accompagnano le imprese ed, in particolare, le startup; la sinergia tra le stesse determina una crescita territoriale coordinata e programmata.
Determinante per la startup lombarda Uose è stato un percorso di accelerazione negli Emirati Arabi presso l’ente governativo Dubai Future Foundation tramite il supporto dell’ICE e del Ministero degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale.
Uose, che cura progetti per l’utilizzo delle big data analysis applicate ai social network per le piattaforme di e-commerce, è un social network di community: gli utenti ricevono e condividono contenuti specifici e di qualità, acquistano prodotti e servizi, si ritrovano insieme con persone che hanno interessi comuni e possono perfino organizzare eventi, tutto in un unico luogo virtuale.
Così come evidenziato dal suo Ceo, Alessio Troilo, a Dubai la startup ha seguito un percorso formativo che le ha permesso di crescere, conoscere e confrontarsi con una nuova cultura comprendendone approccio, valori e prassi, migliorare il proprio business model, oltre ad ottenere il Golden Visa a titolo individuale per poter agire al meglio negli Emirati Arabi Uniti ed aprire una sede anche a Dubai.
Dopo l’esperienza di Dubai, UOSE ha trovato, però, in Italia gli strumenti adeguati per perseguire con maggiore supporto e pianificazione la fase di scale up. Ha partecipato ed ha vinto il bando di Invitalia Smart Money che la porterà nei prossimi mesi al lancio di una campagna di raccolta fondi tramite equity crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere un milione e mezzo di euro per nuovi sviluppi tecnologici. Inoltre, sta attivando una rete di agenti composta da più di mille figure professionali per crescere e diffondersi, non solo in Italia e negli Emirati Arabi, ma anche in altri paesi del mondo.
Il dott. Dinacci, richiamandosi a quanto precedentemente espresso in merito all’importanza del ruolo che riveste Invitalia, si sofferma sull’obiettivo che il L.I.C.I. - Laboratorio Innovazione Cultura Impresa, evoluzione e cambiamento associativo di Netcoa, con il suo ecosistema si prefigge: rappresentare e valorizzare il territorio e la cultura, attraverso le sue tradizioni ed i suoi valori, coniugandosi con le novazioni che coinvolgono in maniera sempre più massiccia l’impresa ed il suo processo innovativo, per un territorio sempre più smart in un’ottica di open innovation.
Con i suoi partner, il L.I.C.I. sviluppa diverse iniziative a sostegno della diffusione della cultura di impresa, incentivando la creatività, rafforzando il dialogo cultura - innovazione, avvicinando imprenditori, istituzioni locali, Università e giovani menti per la creazione di impresa e lo sviluppo del territorio.
Di fatti, è referente per lo sviluppo di progetti di spin off di Atenei universitari che trovano attraverso le misure di Invitalia ed, in particolare, quella di smart e start, lo sbocco verso la conclusione della ricerca ed il relativo go to market, come appunto ultimamente avvenuto per alcuni spin off dell’Ateneo Vanvitelliano - Dipartimento di Ingegneria che hanno trovato nel SIS - Sistema Invitalia Startup la loro referenza per coniugare attività e competenze dal nord al sud.
Qui si inserisce l’intervento di Enrico Orrù, Ceo e founder della startup Funnel di Cagliari, che si è distinta per le sue partecipazioni internazionali, tra le altre, a Dubai e alla conferenza tecnologica annuale Viva Tecnology di Parigi, in rappresentanza della Regione Sardegna unitamente ad un gruppo ristretto di aziende innovative del territorio.
Forte dell’esperienza pluriennale di NV Group nel settore informatico, di un team giovane e dinamico e di una rete di partner di altissimo livello, Funnel innova il processo di fruizione dei servizi digitali di pubblica utilità ad alta richiesta, presentando un nuovo software intermediario che fornisce accesso semplice e veloce a tali servizi, in un’ottica sempre più inclusiva di smart cities.
Il Portale Pubblica Utilità è sviluppato per centralizzare e consolidare l’esperienza dell’utente, offrendo un unico punto di accesso a più servizi sia su dispositivi personali, sia su dispositivi pubblici e macchine multiutente.
Il dott. Orrù delinea un benchmark tra le due esperienze di Dubai e Parigi, sottolineando come sia indispensabile poter godere di un percorso di accompagnamento ai mercati esteri, soprattutto medio orientali, caratterizzati da interlocutori che hanno diverse basi culturali, diversi linguaggi e che guardano a diversi parametri aziendali per verificarne la stabilità.
Un’altra soluzione innovativa presentata al Ces di Las Vegas, nel settore food tech, è il progetto Albicchiere, presentato da Massimo Mearini, Ceo della Beexlab.
Albicchiere è un dispenser di vino intelligente che rivoluziona il concetto di bevuta, da soli e in compagnia. La grande novità di Albicchiere, infatti, è la possibilità di aprire un vino e assaporarne anche un singolo calice, alla giusta temperatura, potendone poi conservare il resto della bevanda fino a sei mesi, otto volte più a lungo di qualsiasi altro sistema, senza che questa perda gli aromi e i profumi anche in caso dei vini più nobili.
Il sistema composto da smart wine bag, dispenser IoT e una app mobile, garantisce che il vino sia sempre alla giusta temperatura di servizio. L'app consente di costruire e controllare la propria cantina virtuale, riordinare e gestire a distanza il dispenser. Albicchiere sfrutta gli standard del settore enologico per il packaging, con un sistema che consente lo scambio infinito e rapido di contenitori per vino. La startup fornisce anche un significativo impatto ambientale positivo: in base ai risultati di uno studio condotto dalla California Sustainable Winegrowing Alliance sull'impronta di carbonio del vino, l'uso di sacchetti di vino è in grado di ridurre le emissioni di carbonio di circa il 40% rispetto all'uso di bottiglie di vetro.
Come affermato dal Ceo Mearini, la partecipazione agli eventi internazionali ha permesso alla startup di avere la necessaria visibilità e di affrontare da subito un processo di internazionalizzazione attraverso una campagna crowdfunding di successo su Kickstarter.
Un monito però giunge dal dott. Mearini: all’estero le grandi aziende sono molto più attente al valore potenziale dei progetti innovativi delle startup, facendo scouting attraverso i propri manager di vertice che partecipano personalmente agli eventi.
In Italia manca questa spiccata partecipazione ad azioni di open innovation da parte delle imprese, che non riescono, quindi, pienamente a capire e condividere la vision di startup e spin off, guardandola come concreto vantaggio competitivo.
Tra i partecipanti si è costituito un vivo dibattito sfociato in interessanti momenti di contaminazione, come appunto il modello della Tavola delle Imprese prevede. Le imprese hanno potuto così riscontrare dei comuni pilastri di riferimento nei loro modelli di business, confrontarsi sulle diverse esperienze vissute sui mercati internazionali, acquisire informazioni e costumi dei mercati di riferimento ed, attraverso la preziosa testimonianza dei colleghi, arricchire la conoscenza dei mercati da scalare, potendo così valutare la strategia e l’approccio necessario per impostare un dialogo con gli stakeholders.
Come affermato dal dott. Dinacci, in conclusione, l’imprenditore italiano è un imprenditore sociale, che si afferma sui mercati internazionali consapevole della propria storia, valorizzando le proprie origini, riconoscendosi in quel modello "unico" denominato Made in Italy che rappresenta l’identità del sistema Italia.

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