Il caso ha avuto un’attenzione mediatica, sia in Italia che all’estero, non indifferente. Sollecito difatti lamenta che "Se ancora non trovo un lavoro è per quanto mi è successo. Sto ancora subendo le conseguenze degli anni passati in carcere da innocente e non capisco perché questo non venga compreso". Il suo avvocato, Giulia Bongiorno, ha commentato “Il risarcimento che è stato negato a Raffaele poteva e doveva essere il giusto ristoro per l'ingiusta detenzione subita. Ma questo non scalfisce in alcun modo la sua innocenza". Dopodiché aggiunge “Ricorreremo alla Corte europea e non ci fermeremo".
Sollecito e i suoi legali non sono gli unici ad aver pensato di deferire la questione alle istituzioni comunitarie. Anche Amanda Knox nel 2013 aveva fatto ricorso alla Corte Europea dei diritti umani, per denunciare un processo a suo dire iniquo e i trattamenti degradanti a cui sarebbe stata soggetta durante gli interrogatori. L’anno scorso la Corte ha accettato in via preliminare le motivazioni presentate dalla donna.
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