(Foto REPUBBLICA)
Comunque, la dichiarazione ormai è fatta, ma rimangono da seguire le regole di un complesso cerimoniale, che inizierà con un emissario dello sposo che si recherà al palazzo imperiale per consegnare regali e data di nozze. Dopodichè, c’è da dire che il congedo di Mako dalla dinastia non sarà un arrivederci e grazie: un’assemblea composta da otto membri, incluso il premier Shinzo Abe, si riunirà per decidere a quanto potrebbe ammontare l’importo da consegnare alla principessa come rimborso per la perdita dei sui diritti nobiliari. Quando una storia simile toccò a Sayako Kuroda, terzogenita dell’imperatore, correva l’anno 2005. La donna decise di sposare un urbanista del comune di Tokyo, e come risarcimento dell’addio all’impero le furono versati dallo Stato circa 150 milioni di yen, ovvero 1,8 milioni di euro.
In ogni caso, la legge di successione dinastica che vige in Giappone, non permette alle donne di accomodarsi sul Trono del Crisantemo, neanche a quelle in gamba come Mako, che già dal principio però sembrava poco interessata alle questioni politiche, dal momento che si è laureata in arte e beni culturali dopo un percorso di studi brillante e costellato anche di esperienze in Europa, all’University College of Dublin o all’Università di Edimburgo, tra le altre. Insomma emerge la figura di una principessa che vuole studiare e viaggiare, e che rinuncia a una vita scandita da onori e oneri di corte, sfida il protocollo e sposa l’ “umile borghese” di cui si è innamorata tra i banchi dell’Università. Una fiaba moderna da raccontare alle bambine di oggi, prima che vadano a letto.
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