Trump stavolta ha usato toni sicuramente più pacati ed ottimistici di quelli cupi che avevano caratterizzato il suo discorso d’inaugurazione. Se allora aveva parlato di una “carneficina” che doveva finire “qui e ora”, questa volta il magnate immobiliare ed ex star tv diventato leader degli Stati Uniti ha limitato iriferimenti agli “errori dei decenni recenti”, che lui non permetterà definiscano “la direzione del nostro futuro”.
Ma non sono mancate descrizioni celebratorie di “un’America che è forte, che è orgogliosa, e libera”, riferendosi “a tutte le nazioni del mondo, amiche e non” e chiamando in causagli alleati: sappiano che “l’America è di nuovo pronta a fare da guida” forte di “un nuovo capitolo di grandiosità che sta iniziando”, fatto di “un aumento di ottimismo che permette ai sogni impossibili di essere raggiungibili”.
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