La violenza fisica e verbale in "Bulli e atolli, il mondo non è dei polli", il nuovo libro di Barbara Appiano


ROMA. Barbara Appiano, autrice definita in una recente intervista una vera e propria "Bomba letteraria" sul Corriere dello Spettacolo, dal giornalista Stefano Duranti Poccetti, continua a stupire per la sua creatività dirompente e inarrestabile. La sua vena creativa e la sua verve fanno di lei un genuino fenomeno, guidato nella sua creazione letteraria da una passione irrefrenabile per la scrittura.

L’autrice ci regala ora, per le vacanze, un libro sul bullismo, da leggere sotto l’ombrellone. Il titolo del libro è "Bulli e atolli, il mondo non è dei polli", e consiste in un’opera originale per l’impianto della scrittura, che fa parlare un pugno bullizzato che vorrebbe ritornare ad essere una mano, per accarezzare e fare pace con il resto del mondo.
L’autrice cerca di mettere un fermo immagine sulla violenza fisica e verbale dilagante in ogni ambito sociale, scolastico, familiare, e politico, dove i bulli sono bambini, adolescenti e adulti, ciascuno con la propria dose di bullismo e vittimismo.
Il tema dei polli e dei galli, che compaiono in copertina, è riferito al pollaio vicino all’orto dell’autrice, con un gallo che si chiama Luciano, in onore a Big Luciano Pavarotti.
Luciano è il vero matador della storia, e per entrare in casa sual cioè il pollaio, bisogna passare dal suo becco affilatissimo e dai suoi speroni. Se Luciano attacca è meglio stare fuori.
Il libro, per questo, è una metafora gigantesca sul bullismo, come fenomeno antropologico che sfocia nella violenza, e in cui la prevaricazione e l’essere gregari sono le chiavi per i cosiddetti "vincenti", i capo branco.
Perché come nel mondo animale il bullismo è un marcare il territorio, e come Luciano il gallo-dominus lo insegna, pattugliando il suo pollaio come un harem, così accade anche nel mondo degli umani.
Il pugno, che parla in prima persona, nel libro vive molte avventure, e arriva a parlare con la strega di Biancaneve definita una super bullal che lo vorrebbe tenere sottomesso sempre con il guantonel per colpire.
Ma questo pugno alla fine si libererà della sottomissione, che oggi si subisce, come il comportamento asservito per essere accettati in un gruppo, e in un branco, che è la fattispecie umana di un pollaio.
Perché come scrive l’autrice: "Il bullo è un uomo in gabbia che non riesce a liberarsi della sua rabbia, e il bullismo trova in questa gabbia, che è la sua mente, prigioniera di stereotipi duri a morire, la sua ragione d’essere".
L’opera riporta il patrocinio del "Corriere dello Spettacolo", quotidiano on line fondato dallo scrittore e giornalista Stefano Duranti Poccetti, con il quale la scrittrice collabora.