Emergenza Coronavirus: migliaia di lavoratori del trasporto pubblico locale non hanno ancora ricevuto un euro


ROMA. Da una parte l’annuncio del Governo che intende riformare e semplificare il sistema degli ammortizzatori sociali perché farraginosi, prevedendo un meccanismo nuovo e molto più veloce. Dall’altra una triste verità, che poco appaga le migliaia di lavoratori del Trasporto Pubblico Locale che, astrattamente sostenuti dal proprio Fondo Bilaterale di categoria detenuto dall’INPS, non hanno ancora ricevuto un euro nonostante le procedure siano state avviate già dai primi di Marzo.

Secondo il Segretario Generale della FAISA-CISAL, la Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Mauro Mongelli: "L’ammortizzatore sociale per definizione indica un complesso di norme e misure finalizzate al sostegno del reddito di coloro che si trovano involontariamente in una situazione di disoccupazione. Quando a non garantirla celermente, non per colpa dei lavoratori, è proprio chi questa garanzia deve assicurarla, allora evidentemente il sistema si presenta inadeguato all’emergenza e quindi non regge. Pertanto tutti gli annunci che proclamano tempi rapidi non tengono conto del mondo reale".

"Appare poi singolare, il reiterato invito alla responsabilità da parte della Commissione di Garanzia  sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali che, richiamandosi allo stato di emergenza sanitaria proclamato sul territorio nazionale, rivolgeva un fermo richiamo a tutte le organizzazioni sindacali ed alle associazioni professionali affinché non si effettuassero astensioni collettive. Invito responsabilmente accolto dalle parti, ma ché, come si può immaginare, imbarazza proprio perché questa emergenza, che da sanitaria è diventata economica, non può essere pagata dai lavoratori e dalle loro famiglie" continua il segretario Mongelli.

"Proprio per questo il sindacato non può che appellarsi alle autorità competenti reiterando l’invito a trovare immediatamente soluzioni tecniche finalizzate a garantire economicamente quanto dovuto ai lavoratori, trattandosi di sostentamento delle famiglie. E questo deve accadere al più presto perché il crescente malcontento sociale, che è nostra ferma intenzione contenere nei canoni comportamentali prescritti, non si trasformi in azioni spontanee incontrollate. Per questo e per giustizia sociale è necessario intervenire per prevenire l’insorgenza di conflitti di cui il paese, in questo momento non ha bisogno" conclude il Segretario Generale della FAISA-CISAL, Mauro Mongelli.