Trasporti, Faisa Cisal: "Necessaria una Fase 2 anche per la mobilità, per la sicurezza di tutti"


ROMA. Per la Fase 2 dell'emergenza sanitaria l'Italia ha bisogno anche del rilancio del suo sistema di trasporti, per risolvere le sue fragilità strutturali e pensare a nuove strategie, per la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori del settore. Ad affermarlo in una nota la Faisa Cisal, Federazione Autonoma Italiana Sindacale degli Autoferrotranvieri, Internavigatori ed Ausiliari del Traffico.

La filiera produttiva della mobilità, anche in questa situazione di emergenza, al pari di altri servizi essenziali per il paese, non si è mai completamente fermata ma ha dovuto contemperare il diritto alla mobilità in un così grave momento, con rispetto delle misure restrittive e di contenimento del contagio. Adesso però è necessario cominciare ad ipotizzare una ripartenza che certamente dovrà essere coordinata e sistemica.
Una parte della vita dei cittadini italiani che si fa fatica ad immaginare nel futuro, è la mobilità: come ci sposteremo quando cominceremo ad uscire dalle nostre case? Come andremo al lavoro e a scuola? Certamente un ruolo decisivo sarà giocato dal trasporto pubblico locale, essenziale alla ripresa del nostro Paese.
Immaginare un modello di ripartenza basato sul mondo precedente sarebbe un errore che certamente comprometterebbe il risultato stesso dell’azione intrapresa. Cambieranno i comportamenti dei viaggiatori e di conseguenza degli operatori, entrambi dovranno seguire nuove regole in grado di tutelare sicurezza sanitaria e attività di trasporto.
Autobus e metropolitane saranno i luoghi dove sarà più complicato garantire un effettivo distanziamento sociale tra le persone. Chi usa da sempre questi vettori lo sa perfettamente. Con le nuove modalità di distanziamento sociale e di prevenzione dei rischi di contagio un autobus non potrà che viaggiare con una capacità di trasporto fortemente ridotta.
Certamente lo sviluppo delle attività da remoto consentirà di ridurre una parte della richiesta di mobilità, ma, con altrettanta certezza, si sa che questo non basterà. Sarà necessario, anche al fine di superare il problema delle ore di punta, cambiare la curva di distribuzione del trasporto, ridistribuendo l’orario di lavoro e di studio nell’arco dell’intera giornata. Solo in questo modo la mobilità potrà essere garantita con le nuove regole di sicurezza.
La mobilità, sino a ieri immaginata solo come "sostenibile", dovrà anche diventare, almeno per quanto riguarda l’aspetto sanitario, protetta ed adeguata alle nuove esigenze, sia per gli utenti che per i lavoratori, determinando quindi i relativi cambi di azioni quotidiane.
Questa emergenza ci pone tutti di fronte alla necessità di ridisegnare un futuro con nuovi paradigmi, nuove strategie rispetto ad una differente richiesta di mobilità che dovrà adeguarsi a nuovi modelli organizzativi che interverranno.
In questa fase ogni soggetto deve fare uno sforzo atto a ricercare soluzioni coordinate tra i diversi portatori di interesse, senza limitarsi a ricercare nelle controparti i nemici e quindi senza ergersi a portatori esclusivi di verità universali sulla base di rendite di posizione ormai oggettivamente anacronistiche.
La Faisa Cisal, nell’ambito della sua rappresentanza, come e più di ieri, è pronta a fare la sua parte all’interno delle task force, cabine di regia, tavoli tecnici, protocolli e di tutti gli organismi che saranno costituti al fine di individuare misure condivise, con una logica inclusiva, che deve avere come obbiettivo la ripartenza di un settore determinante per l’economia del Paese con il massimo del livello di sicurezza possibile.
"La situazione oggi ci pone di fronte a tutte le fragilità strutturali del passato, evidenziando quanto sia necessario un robusto sistema integrato dei trasporti per sostenere gli sforzi della riapertura produttiva del Paese" dice il segretario della Faisa Cisal Mauro Mongelli.
"Il servizio che verrà offerto sarà, a prescindere dal dibattito che ci ha accompagnato in questi anni sulla bontà del modello pubblico o privato, per definizione in perdita, a meno che non si chieda ai cittadini di pagare cifre esorbitanti per fruire dei servizi di TPL. Si renderà, pertanto, necessario un sostegno con ingenti risorse pubbliche" continua il segretario.
"Si spera che si prenda atto, così come lo si sta facendo per la sanità pubblica, che i settori vitali per i cittadini, come il TPL, non si possono far degradare, né con gestioni fallimentari né tanto meno con tagli sistematici dei fondi dedicati alla sua erogazione.
Per questo l’Italia si deve coordinare sulla ripresa, e il Governo ed Ministeri competenti devono disporre le opportune azioni atte a consentire concretamente una nuova mobilità, in sicurezza, sia per i cittadini che gli operatori del settore" conclude il segretario.