Violenze domestiche: quando i figli diventano gli aggressori

La casa, quel luogo in cui ognuno dovrebbe vivere al sicuro, per alcuni è solo un ambiente colmo di sofferenza e paura. "L’arresto del 43enne di Brindisi che avrebbe maltrattato e picchiato gli anziani genitori è una vicenda sconcertante che ci deve far riflettere" afferma Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine degli Psicologi della regione Puglia.

"Questo dato va oltre il caso della donna vittima di violenza da parte di marito o compagno, qui le vittime sono genitori, madri e padri vittime di violenze e minacce da parte dei loro stessi figli, un rapporto di violenza ancor più lacerante".

"Spesso le violenze derivano da richieste non assecondate, richieste economiche, o comunque si registrano in un contesto familiare privo di strumenti per aiutare un figlio coinvolto nel vortice di dipendenze".

"Codice Rosso" è la denominazione della legge 19 luglio 2019, n. 69 che prevede uno sprint per l’avvio del procedimento penale per maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, con l’effetto che saranno adottati più celermente eventuali provvedimenti di protezione delle vittime.

"Grazie all’entrata in vigore della legge, molte vittime stanno uscendo dal guscio del silenzio e hanno cominciato a denunciare, spesso dovendo fare la scelta dolorosa di denunciare persino il proprio figlio. La posizione in cui si trovano le vittime, in questo caso anziani genitori con scarsa possibilità di difesa, è molto delicata in quanto si trovano a dover soccombere e a fingere a sé stessi e al mondo, occultando la realtà. La violenza, qualunque essa sia, non deve essere accettata e soprattutto intesa come normalità" continua Gesualdo.

Il muro del silenzio deve essere abbattuto e ruolo fondamentale è ricoperto dalla società e dalla scuola: introdurre nel programma scolastico lezioni sull’affettività è opportuno per iniziare un importante lavoro di educazione, di rispetto dall’altro, alla base per ridurre gli episodi di violenza.