Ex Ilva, Palombella (Uilm): “La trattativa è una farsa”

(ANSA)
TARANTO - “La trattativa è una farsa, serve solo a far uscire ArcelorMittal dall’Italia. L’accordo che Governo e la multinazionale stanno discutendo si limita a spostare il problema in avanti, magari al prossimo Esecutivo. L’unica cosa che hanno definito è stata la quota di 500 milioni per il recesso di Mittal, che è irrisoria rispetto agli impegni e investimenti previsti dall’accordo del 6 settembre 2018 che ammontavano a oltre 4 miliardi di euro. Mentre siamo di fronte alla più grande crisi industriale del Paese che rischia di trasformarsi in una tragedia economica e sociale, il Governo e la politica hanno altre priorità come la prescrizione, la legge elettorale e il referendum costituzionale. Siamo arrivati al punto più basso della storia delle relazioni sindacali”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, in un’intervista sul Secolo XIX sulla situazione dell’ex Ilva.

“Sono seriamente preoccupato – dichiara il leader Uilm - per come si sta gestendo questa crisi industriale che non ha precedenti nel nostro Paese. Si sta portando avanti una trattativa finta sull’accordo di rilancio perchè sono scomparsi dal tavolo elementi fondamentali come gli esuberi richiesti da ArcelorMittal e la tutela legale, oltre all’assenza di una definizione dettagliata dell’occupazione e della produzione prevista fino al 2025”.

“Per i prossimi nove mesi  – continua – non succederà nulla dal punto di vista industriale e produttivo, al netto di eventi non prevedibili che farebbero precipitare la situazione. Dopo si aprirà una discussione che durerà 15 mesi sui possibili scenari occupazionali, industriali, produttivi ma nel frattempo ArcelorMittal avrà deciso di andarsene molto probabilmente”.

“I lavoratori e i cittadini di Taranto, Genova e di tutte le comunità coinvolte – sottolinea – sono stanchi, delusi, disillusi dopo otto anni di divisioni, strumentalizzazioni della politica per contrapporre lavoratori e città, lavoro e ambiente e i lavoratori stessi. Prima si criminalizza la siderurgia e ora provano a recuperare ma la situazione ormai sembra compromessa”.

“Nel Governo – prosegue – non c’è nessuno che chiama e informa le organizzazioni sindacali. Siamo di fronte al caos più totale, il punto più basso mai registrato nella storia delle relazioni industriali”.

“La situazione dell’ex Ilva è drammatica – conclude - non ha precedenti ed è resa ancora più complessa dall’assenza di politiche industriale e di programmazione, manca un’idea di Paese. Puoi anche decidere di chiudere degli impianti, come accaduto a Genova quindici anni fa, ma devi sapere come ricollocare gli esuberi e su quali attività alternative investire”.