Alpinisti dispersi sul Nanga Parbat: trapela pessimismo dalle ricerche

Si affievoliscono di ora in ora le speranze di trovare sopravvissuti sul Nanga Parbat. Neanche i droni né l'uso di un potente telescopio hanno fornito elementi utili alle ricerche dei dispersi Tom Ballard e Daniele Nardi. Alcuni effetti personali dei due alpinisti sono stati invece rinvenuti nel corso delle ricerche via terra da parte della squadra di soccorritori, ma si tratta di materiale lasciato a campo 2, dunque a metà del percorso. A confermarlo lo staff di Nardi che spiega l'esito di ieri e annuncia il proseguo delle attività di soccorso e il proseguo del controllo con i droni dell'area a ridosso dello sperone Mummery dove gli alpinisti hanno dato gli ultimi segnali ormai otto giorni fa.

Questo il comunicato ufficiale dello staff di Nardi: "Il volo di trasferimento di Alex Txikon, Ignacio De Zuloaga, Felix Criado e il Josep Sanchis e Rahmat Ullah Baig a un campo operativo tra C1 e C2, 4850m, ha consentito oggi di effettuare una perlustrazione dell'area sulla parete Diamir interessata dalle ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard. Con l'elicottero è stata esplorata la via Kinshofer nell'ipotesi che i due alpinisti, raggiunto il plateau sommitale, siano scesi da questo itinerario attrezzato sempre da corde fisse che rimangono da spedizione in spedizione. Si è quindi passati al bastione dello Sperone Mummery, dove Tom e Daniele avevano collocato campo 4, a circa 6.000 m, per poi scendere verso campo 3, 5.700 m, e a seguire verso campo 2, 5.200 m, fino ad atterrare al campo operativo dove e' stato sbarcato il team spagnolo di Txikon e Rahmat".

"Dopo aver iniziato ad organizzare il campo, Alex Txikon e Felix Criado hanno avviato una ricognizione via terra lungo il ghiacciaio, in direzione di campo 2, che hanno raggiunto trovandolo sepolto da una valanga. Li' hanno recuperato alcuni effetti personali che i due alpinisti avevano lasciato. Txikon e Criado hanno poi proseguito verso campo 3 per qualche centinaio di metri, ma l'ora avanzata, la situazione della neve e il pericolo valanghe - incrementato dalla mancanza di vento e dall'esposizione del sole dei pendii - li ha fatti prendere la decisione di tornare indietro".

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