Legge elettorale: Pd forza sui tempi, poi si media. In Aula il 5 giugno


di MARCO MONGELLI - Slitta di una settimana, dal 29 maggio al 5 giugno, l'arrivo in Aula della legge elettorale: la decisione della Conferenza dei capigruppo della Camera arriva al termine di una giornata di altissima tensione tra il Pd e gli altri partiti, compresi gli alleati di governo, a causa della prova di forza dei Dem sui tempi dell'iter parlamentare della legge.

Questa data era stata sì concordata, ma prima che l'improvviso cambio di opinione del Pd avesse fatto saltare il precedente testo base del presidente Andrea Mazziotti, determinando quindi lo slittamento di una settimana di tutti i lavori. A mandare su tutte le furie gli avversari della proposta del Pd, il Rosatellum, ci aveva pensato lo stesso Matteo Renzi che mercoledì sera aveva affermato che il Parlamento aveva "perso tempo" e gli imponeva di approvare la legge entro metà giugno. In effetti se il testo approdasse in Aula il 29 maggio, col cambio del mese scatterebbe il contingentamento dei tempi, secondo il regolamento della Camera. Alla fine il presidente della Commissione Mazziotti ha trasferito lo scontro, che è politico e non procedurale, al massimo livello, ed ha incontrato la presidente Laura Boldrini che ha convocato la Conferenza dei Capigruppo.

Nel week-end Mdp terrà una kermesse a Milano alla quale interverrà Pisapia: che molto probabilmente farà il punto su questi temi. Se la spaccatura tra Pd e Mdp è ormai consueta in Parlamento, quella tra il partito di Matteo Renzi e gli altri alleati di governo fa alzare la tensione già palpabile su una serie di altri provvedimenti (processo penale, tortura, cittadinanza, legittima difesa), il tutto mentre la Camera sta esaminando la delicata Manovrina, che non è una passeggiata per nessun partito, ognuno dei quali tira la corta coperta da una parte. A far infuriare i partiti più piccoli non è solo la soglia del 5% del testo base, superiore al 3% dell'Italicum, ma anche la necessità di un numero di firme assai elevato a sostegno della presentazione delle candidature: una ulteriore soglia di sbarramento contro i "cespugli".

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