Dopo Buckingam Palace, a Downing Street, la premier britannica ha specificato “c'è chi non vuole a Bruxelles che i colloqui abbiano successo". Inoltre, ammesso che all’inizio i colloqui saranno “duri”, ha spinto verso il voto per i Conservatori, che rafforzano “la mano britannica” sui tavoli dei negoziati. Certo è, che effettivamente secondo il sito YouGov, i tories sono effettivamente in vantaggio rispetto ai laburisti di Jeremy Corbyn (rispettivamente si attestano al 48% dei voti e al 29%, secondo le più recenti rilevazioni).
In ogni caso, un articolo di ieri uscito sul prestigioso Financial Times ha presentato un’analisi implacabile che prevede un divorzio UK-UE molto più oneroso, per i primi, rispetto a quanto si pensasse in un primo momento, con un “costo” per la Gran Bretagna di ben 100 miliardi euro, contro i 60 miliardi che fino ad ora erano stati ipotizzati. Il capo negoziatore dell’UE, Michel Barnler, ha dichiarato che “non si tratta di una punizione”-ma, aggiunge-“Si tratta di rispettare con senso di responsabilità gli impegni presi, che riguardano migliaia di collettività, imprese, progetti per i quali il denaro è già stato stanziato”.
0 Commenti