Le persone indiziate sono accusate di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d’ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
In particolare, il presidente e due responsabili della gestione di un centro d’accoglienza sono accusati di aver reclutato in modo illegittimo i migranti a loro affidati per poter essere impiegati in nero come braccianti e pastori in diverse aziende del posto, in concorso con i titolari di quest’ultime. I rifugiati ricevevano appena 15-20 euro per una giornata di lavoro pesante di 10 ore.
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