Brasile: dilaga la protesta antigovernativa

(Foto REUTERS)

di MARIAGRAZIA DI RAIMONDO - Ieri in Brasilia una protesta all'inizio pacifica, portata avanti da diversi gruppi di manifestanti è sfociata nella violenza, causando l'evacuazione di tutti i ministri dalla città. La rivolta è contro il governo di Michel Temer, accusato dallo stesso Tribunale Supremo Federale di corruzione, intralcio alla giustizia e associazione a delinquere. Diverse registrazioni lo incriminerebbero, anche se Temer nega tutto, chiedendo ulteriori indagini. Il popolo come anche diversi politici, hanno chiesto le sue dimissioni ma il Presidente si è rifiutato. Alcuni manifestanti hanno appiccato il fuoco all'interno delle sedi del ministero dell'Agricoltura e delle Finanze, mentre altri sono entrati in conflitto con la polizia, che ha risposto con il gas lacrimogeno e granate stordenti. Il Presidente del Brasile ha dato così l'ordine alle forze armate di difendere la sede della Presidenza della Repubblica contro le proteste antigovernative.

Ma oggi c'è stato un passo indietro di Temer, che ha revocato il decreto con il quale veniva autorizzato l'esercito a difendere gli edifici pubblici. Questa decisione è stata presa dopo le pesanti critiche, arrivate dall'opposizione e anche dalla debole maggioranza. La decisione di invocare l'esercizio, faceva pensare, infatti, ai tempi della dittatura militare avvenuta tra il 1964 e il 1985. Dopo 24 ore dalla protesta il clima in Brasile è teso e il governo potrebbe cadere da un momento all'altro per colpa di una maggioranza quasi inesistente e un Presidente circondato dalla corruzione.

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