(Foto ANSA)
L’accusa per Moretti aveva chiesto ben 16 anni, ma i giudici gli hanno dato una pena di 7 anni per il ruolo di ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (lasciata nel 2006), la società che si occupa dell’infrastruttura. Invece è stato assolto per il ruolo di ad di Ferrovie dello Stato.
Insieme a Moretti sono state condannate altre persone, tra cui Michele Mario Elia, ad di Rete Ferroviaria Italiana nel 2009, condannate tutte a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali.
I familiari delle vittime non sono per nulla contente dell’esito del processo, affermando che c’è una grave condanna e che il sistema sicurezza non funziona. Vogliono verità e giustizia, così era scritto sulle loro magliette bianche, al polo fieristico di Lucca, dove è stata allestita l’aula del tribunale. Su quelle magliette, le foto delle vittime della strage del treno carico di Gpl che deragliò alla stazione di Viareggio. Sono molto amareggiati per una sentenza per loro ingiusta, e anche delusi.
Sul processo non c’è da escludere la via della prescrizione: i termini del giudizio di primo grado sono stati rispettati, però nei gradi successivi può attivarsi la prescrizione per alcuni reati, quali incendio colposo e lesioni colpose. Dunque i familiari sono preoccupati giustamente, anche perché da tanto tempo invocano un intervento normativo ad hoc.
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