A dicembre gli occupati sono rimasti sostanzialmente invariati su novembre (+1.000 unità ) mentre sono cresciuti di 242.000 unità su dicembre 2015 (+1,1%), rileva l'Istat spiegando che gli occupati nel complesso registrati nel mese sulla base dei dati destagionalizzati erano 22.783.000. IL tasso di occupazione è al 57,3%, invariato rispetto a novembre e in aumento di 0,7 punti su dicembre 2015. Sono aumentati i lavoratori dipendenti con +52.000 unità su novembre (soprattutto a termine) mentre gli indipendenti sono diminuiti di 52.000 unità .
Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni risale invece a dicembre superando quota 40%. La quota di disoccupati sul totale degli attivi in quella fascia di età (occupati e disoccupati) a dicembre è al 40,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali sul mese precedente, al livello più alto da giugno 2015.
In merito alla questione è intervenuto Guglielmo Loy, segretario confederale UIL, il quale ha affermato: Il dato che più evidenzia la “stasi” della nostra economia e del lavoro è l’immobilità del tasso di occupazione (quante persone lavorano) che si è inchiodato al 57,3%.
La composizione di questo dato diffuso oggi dall’Istat (circa 22,8 milioni di occupati) segnala e conferma 3 criticità : il disagio occupazionale degli under 50, la cronica debolezza dell’occupazione femminile, la graduale risalita del lavoro temporaneo su quello stabile.
L’effetto stagnazione dell’economia non produce quella fiducia che spingerebbe le imprese a rischiare un’assunzione stabile, nonostante gli incentivi ancorché ridotti, e induce molte imprese a affidarsi a lavoratori già “formati”, come dimostra la crescita costante degli over 50.
Ogni azione e scelta economica dovrebbe coniugare politiche di sostegno allo sviluppo produttivo e buone regole che evitino l’abuso di lavori deboli, sottopagati e scarsamente tutelati.
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