Inchiesta Cyberspionaggio - arrestate due persone, avrebbero violato account Renzi e Draghi


ROMA - Venivano spiati continuamente politici italiani, istituzioni, pubbliche amministrazioni, ma anche studi professionali e importanti imprenditori. Questo è quanto ha scoperto la Polizia postale, che ha smantellato un'articolata centrale di cyberspionaggio che per un lughissimo periodo ha avuto accesso, raccogliendole, a notizie riservate e dati sensibili. L'indagine, coordinata dal pm Eugenio Albamonte della Procura di Roma.che è stata condotta dalla Polizia postale con il coordinamento dalla procura di Roma, ha permesso l'arresto di due persone, un ingegnere nucleare di 45 anni, e la sorella, che risiedevano a Londra, ma con domicilio a Roma, entrambi erano abbastanza noti nel mondo dell'alta finanza capitolina. I due verranno interrogati nella giornata di oggi.

Ad entrambi, vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. Le indagini effettuate dagli investigatori del Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno permesso di venire a conoscenza della rete di computer gestita dai due, - pc che venivano infettati con un malware chiamato 'Eyepyramid' - che sarebbe servito loro per poter ottenere, per anni, notizie riservate e dati sensibili di tantissime persone.

Erano spiati, tra i tanti, gli account di altissime figure istituzionali, quali l'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il presidente della Bce Mario Draghi, l'ex premier Mario Monti, l'ex Governatore della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni. Per continuare con l'ex comandante Generale della Guardia di Finanza, Saverio Capolupo, Piero Fassino, Paolo Bonaiuti, Fabrizio Cicchitto e Ignazio La Russa.

Notizia di oggi, quella della rimozione, da parte del capo della polizia Franco Gabrielli, del capo della Polizia postale, che paga l'aver valutato con troppa leggerezza, la grandezza dell'indagine in corso, senza darne informazione ai vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza.

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