ROMA - "Lo dico in maniera molto cruda. Prima o poi pagheremo anche noi un prezzo, non c'è dubbio. Inutile illudersi. Ci auguriamo sia quanto più contenuto possibile" ma "noi dentro a quella minaccia ci siamo. E' chiaro che saremmo sconfitti solo se ci lasciassimo condizionare nella nostra quotidianità . Le indagini, spesso successive ai rimpatri, hanno dimostrato che buona parte delle persone fermate nel nostro Paese perché considerate vicine all'Isis stava realmente per compiere attentati e fare morti" a dichiararlo è il capo della polizia, Franco Gabrielli, in due interviste al Giornale e a Qn.
"La cittadinanza, di contro deve comprendere che deve continuare a vivere normalmente, altrimenti i terroristi avrebbero già vinto togliendoci la libertà . Se finora l'Italia non è stata colpita dal terrorismo islamico è il frutto di diversi fattori. Oltre all’ottimo lavoro di prevenzione, il punto è che non abbiamo sacche gravi di marginalizzazione e che noi i sospetti terroristi li espelliamo subito. Le espulsioni vanno effettuate anche dopo il primo grado di giudizio: la normativa europea prevede almeno un grado di giudizio, il nostro sistema giudiziario ne presuppone tre. Intendiamo fermarci al primo. Sono previsti dalla legge e rappresentano uno strumento indispensabile per trattenere gli immigrati in attesa di espulsione. Oggi sono operativi solo quelli di Torino e Caltanisetta, ai due estremi del Paese: chiaro che non bastano. E' importante riaprirli in numero sufficiente e in ogni regione, senza essere afflittivi nei confronti dei territori. Si arriverà a una permanenza di un massimo di un anno in presenza di motivi di sicurezza pubblica".
"La cittadinanza, di contro deve comprendere che deve continuare a vivere normalmente, altrimenti i terroristi avrebbero già vinto togliendoci la libertà . Se finora l'Italia non è stata colpita dal terrorismo islamico è il frutto di diversi fattori. Oltre all’ottimo lavoro di prevenzione, il punto è che non abbiamo sacche gravi di marginalizzazione e che noi i sospetti terroristi li espelliamo subito. Le espulsioni vanno effettuate anche dopo il primo grado di giudizio: la normativa europea prevede almeno un grado di giudizio, il nostro sistema giudiziario ne presuppone tre. Intendiamo fermarci al primo. Sono previsti dalla legge e rappresentano uno strumento indispensabile per trattenere gli immigrati in attesa di espulsione. Oggi sono operativi solo quelli di Torino e Caltanisetta, ai due estremi del Paese: chiaro che non bastano. E' importante riaprirli in numero sufficiente e in ogni regione, senza essere afflittivi nei confronti dei territori. Si arriverà a una permanenza di un massimo di un anno in presenza di motivi di sicurezza pubblica".
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