Calcio. Ventura: "Le pressioni fanno parte della vita, 30 anni di calcio non si cancellano"

ROMA - "Dicono che Ventura soffre la panchina dell'Italia? Non conoscono Ventura, qualcuno contesta il fatto che non io non abbia mai vinto dei campionati, non avendo mai allenato squadre che lottano per lo scudetto non l'ho mai vinto, ma io e i miei collaboratori ne abbiamo vinti altri, tanti giovani lanciati, milioni di plusvalenze, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro. Le pressioni fanno parte della vita, 30 anni di calcio non si possono cancellare e un po' di pressioni sono in grado di sopportarle. E' un momento storico particolare dal piano generazionale che l'Italia sta passando, ci sono molti giovani che si stanno affacciando, è un momento delicato che deve essere affrontato con un po' di raziocinio" ha dichiarato il ct azzurro Giampiero Ventura, ai microfoni di Radio Anch'io Sport.

"Quella in azzurro è un'avventura stimolante, impegnativa per mille motivi perché per la prima volta si qualifica direttamente una sola squadra del girone al Mondiale, e non siamo teste di serie ma abbiamo la Spagna davanti, per tanti motivi quindi è emozionante. Che nazionale penso di mettere in piedi? Penso di sfruttare quei giocatori che il campionato mette a disposizione, soprattutto i più giovani. Allenare la nazionale è stata una scoperta negativa sul tempo, quando hai tre giorni non puoi fare cambiamenti importanti. All'Europeo Conte aveva costruito una squadra con una struttura e in tre giorni sarebbe stato una follia pensare di poter cambiare, lo potremmo fare strada facendo perché il dato anagrafico di alcuni spinge a modificare e a mettere in condizione i più giovani di poter dare un contributo importante. E' evidente che occorre del tempo e ce ne è poco. Chi vuole tutto e subito difficile ma credo si possa fare piano piano. Tre-quattro anni fa ho esportato un calcio offensivo con il 4-2-4, il primo a farlo. Ma non c'è niente di deciso. Berardi? C'è stata molta confusione. Io avevo parlato chiaro, Berardi è un giocatore che stava crescendo in modo esponenziale è un capitale della nazionale e bisognava trovare il miglior modo per sfruttarlo. Nel momento in cui, avendo un minimo di tempo di 5-6 giorni, riusciamo a modificare qualcosa tutti gli esterni che ci sono vengono presi in considerazione. Niente è bloccato e c'è molta voglia di portare avanti un discorso ma serve tempo per organizzarlo. Ci sono i presupposti per mettere questi giocatori in un contesto tattico ideale".

Posta un commento

0 Commenti